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La “collana” sull’Amore che vi proponiamo, prende origine dall’Opera Omnia “Il sofferto bisogno di amare” e si offre come spunto per le brevi riflessioni video del canale YouTube “infinito presente”. Nessuna velleità di apparire come una guida per vivere meglio ma, soltanto, un’occasione per provare a ritrovare la via, incisa in ognuno di noi, che ci ha permesso di sorridere ogni volta che abbiamo incrociato gli occhi di chi ci ha amato veramente.

In questo decimo incontro: Il “Momento” di Coppia

Un equilibrio difficile, il nostro. Come due placche convergenti, che scatenano un terremoto. Un equilibrio delicato come un fiocco di neve nel vento, come una foglia in autunno, come un castello di sabbia. Un equilibrio retto da un sentimento vero come le cellule di cui siamo fatti, che terrà insieme quel castello di sabbia, lo difenderà dalle onde e dalla pioggia; farà rimanere la foglia sull’albero; renderà eterno quel fiocco di neve. Un equilibrio fragile, il nostro. Ma, noi, sapremo tenerlo in piedi”. (Mariarita Marchese)

Ci siamo lasciati, la scorsa volta, con un po’ di amaro in bocca parlando di quella fastidiosa intrusione dell’aggressività nell’amore di coppia…

Siamo anche arrivati a capire di quanto, purtroppo, sia fisiologico scontrarsi con roce, scofgli e fantasmi del passato che, pur non appartenendoci, avvelenano le nostre scelte e il nsotro percorso di vita, soprattutto a due.

Salirai le scale, aprirai la mia porta e, senza dirmi nulla, mi prenderai tra le braccia e mi bacerai. Lo so che sembra sciocco. Ma mi piacerebbe succedesse davvero. È un bel modo di perdersi, perdersi uno nelle braccia dell’altro (Oceano mare Baricco)

Malinconico e romantico: una specie di dolore interiore che ci accompagna al crepuscolo delle emozioni…

Ma, allora, perché è così forte il bisogno di amare?

Non può non tornare in mente il destino dei salmoni dell’oceano Pacifico che, pur avendo a disposizione spazi immensi nei quali trovare una giusta collocazione, ritornano a riprodursi in “altura”, attraverso una terrificante marcia controcorrente. Per andare a morire nel lago dove sono nati.

Non è uno stupido suicidio ma, semmai, il compimento di un ancestrale dovere sacrificale: portare la vita del mare dove, altrimenti, non potrebbe mai arrivare…

Ecco, questo è il segreto del nostro cammino esistenziale: aver vissuto la magia dell’amore materno fin dal nuotare in quel paradiso terrestre del mondo intrauterino ai primi abbracci, sorrisi, sguardi, a percepire incontrovertibilmente il piacere di essere Amati.

Per farne cosa?

La strana intimità di quelle due rotaie. La certezza di non incontrarsi mai. L’ostinazione con cui continuano a corrersi di fianco ( Alessandro Baricco – Castelli di rabbia)

Attraverso il difficile viatico del rapporto di coppia, mentre si cerca di risperimentare i piaceri dei primi istanti di vita, ci si trova costretti a scoprire un’amara verità, che parte da una base di realtà: la coppia, in Psicologia come in Fisica e, in definitiva, nella Vita di tutti i giorni richiede che non si smarrisca senso, direzione e motivazione.

Per capire un po’ meglio, come stanno le cose, proviamo a chiedere aiuto a quello che ci dice, la Fisica, a proposito di coppia, a partire dalla definizione: “Sistema di due vettori paralleli di ugual modulo ma di verso opposto, applicati ad un corpo (cioè che girano intorno ad un fulcro).

Prendiamo, come esempio, i pedali di una bicicletta. Riescono a far girare la catena, determinando il movimento, se entrambi i piedi spingono, con  eguale forza, nella stessa direzione (in senso orario) ma col verso opposto (uno spinge verso il basso, il pedale e, l’altro, verso l’altro).

Solo in questo modo si crea una “rotazione” che porta al cosiddetto “momento di coppia” che è capace di far girare l’asse fra i due pedali, il quale trascinerà la corona della catena, determinando il movimento della bicicletta.

In buona sostanza, a livello simbolico, una coppia di forze, rappresenta due esseri umani che agiscono, spingendo una immaginaria leva (o “ braccio” che, in base alla vicinanza emotiva e di condivisione, può essere corto o lungo) che ruota su un’asse centrale (spazi e obiettivi condivisi), determinando il movimento circolare che produce i dinamismi di una vita a due.

LA ROTAZIONE DETERMINA UNA CONDIZIONE ESSENZIALE CHE SI TRASFORMA, A VOLTE, IN UNA SORTA DI MALEDIZIONE…

Infatti, l’azione congiunta di due individui che, per la Fisica, debbono avere la stessa importanza, determina l’attivarsi di un percorso che, in base alla distanza fra i due, avrà una circonferenza variabile. Maggiore è il raggio della circonferenza (la distanza fra i due) minore sarà lo sforzo da sopportare. Maggiore, invece, sarà la fatica, nel caso il raggio dovesse essere minore.

Questo spiega perchè, sempre (ma non più tanto) metaforicamente, più ci avviciniamo come interessi, obiettivi e, di conseguenza, intimità, maggiori saranno gli attriti conflittuali…

Al contrario, più aumentiamo le distanze, minori saranno i problemi di interazione, anche se, poi, rischiamo di perderci. Un po’ alla volta.

Abbiamo potuto apprezzare più volte in questo percorso sull’Amore, la descrizione offerta da Paul Claude Racamier nella quale si paragona la relazione d’amore a quella che crea il neonato quando entra, con la madre, in una intensa relazione di mutua seduzione che serve (almeno all’inizio) a mantenere un accordo perfetto nel quale, insieme (madre e bambino), è come se si calassero nelle acque “amniotiche” di una lago senza increspature.

Sembrerebbe, quindi, che una relazione determini una sorta di “chiusura autistica” ma, a ben guardare, le cose non stanno così: infatti, se si “cresce” insieme, interviene un fattore apparentemente frustrante che è la disillusione della “post falsificazione” (cioè, quando ci accorgiamo che l’altro non è come avremmo voluto che fosse) che, di fatto, offre l’opportunità di migliorare l’esame di realtà (cioè, ad esempio, l’altro è meglio di quello che immaginavamo di volere) e di piantare il primo vero paletto di autonomia dalla dipendenza dall’altro.

Questo “passo in avanti” equivarrebbe (per tornare un attimo alla descrizione di Racamier) al ruolo del Padre che “detronizzando” il figlio dalla diade con la propria madre, lo costringe a crescere attraverso il processo di separazione dalle sue “origini”.

Sostanzialmente, come nel film Lady Hawke nel quale, per un sortilegio, due amanti potevano arrivare a sfiorarsi le dita solo per un istante, trasformandosi in un’aquila di giorno (lei) e in un lupo, di notte (lui), noi non “toccheremo” mai il mondo del nostro partner e non ci fonderemo mai con lui perché, altrimenti, ritorneremmo indietro a quei momenti simbiotico fusionali che hanno caratterizzato i primi  istanti con nostra madre.

Sentiremo, di tutto ciò, il “profumo”. E, tanto, ci basterà per girare insieme a chi amiamo per realizzare il progetto “coppia”, composta da due unità indipendenti e complementari che vivono il sentimento ma non lo possono spiegare in maniera razionale.

In conclusione (e, in estrema sintesi)

“Il vero Amore si determina quando, ricordandomi ciò che ho amato in maniera incommensurabile e conflittuale, grazie a te io risolvo quell’impossibile da dire, attraverso la preghiera del mio Amore per te”

Nell’attesa di scoprire altri orizzonti scrutando il panorama dell’amore, godiamoci questa bella poesia di Jacques Prèvert

Tre fiammiferi accesi, uno per uno, nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

Arrivederci alla prossima puntata, dal titolo “LA MALEDIZIONE DI GIRARE IN TONDO”

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