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Questo signore, di cui parlerò,

appare a tutti molto “spiritoso”,

per il pensiero che vi illustrerò

e non perché sia un uomo un po’ gioioso!

Infatti, “Spirito” è proprio la parola

da Benedetto molto utilizzata,

che vuole dire una cosa sola:

in esso la realtà è rappresentata.

Comprende, questo, due attività:

quella “teoretica” è per la conoscenza

e quella “pratica” è della volontà

e ognuna può mutare la sua essenza.

La prima, rivolta al particolare,

è presentata come un’ “intuizione”;

se allude, invece, all’universale,

in questo caso, cambia situazione.

E giunge, quindi, alla “Filosofia”,

ma tutto questo anche per l’altra vale:

nel primo caso, dà l’ “economìa”;

nell’altro, invece, fonda la “morale”.

Lo Spirito in quattro tappe agisce

e tanti son gli estremi di una…Croce;

vi son due bracci per chi la costruisce,

però l’intersezione è assai veloce.

Tutti i momenti, che sono nel suo fare,

fra loro sono autonomi e “distinti”,

ma il loro movimento è circolare,

perché nell’unità sono succinti.

L’attività spirituale immanente

un vero divenire sembra sia,

quindi la “Storia” e, necessariamente,

il suo sinonimo, la “Filosofia”.

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