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Quante volte lo abbiamo pensato?

La realtà che affrontiamo quotidianamente, ci riserva momenti felici e momenti tristi, attimi di serenità così come attimi di disperazione, gioia e dolore; la vita scorre veloce, maledettamente veloce, e presi dai mille pensieri che riempiono i nostri giorni non ci accorgiamo che il tempo passa.

Noi cresciamo. Invecchiamo.

A quanti non è capitato di guardarsi allo specchio e notare i primi capelli bianchi e, nel toccarli, riflettere su quanto tempo abbiamo sottratto a noi stessi ed ai nostri cari, sulle cose che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto?

Coloro i quali hanno seguito un percorso di formazione corretto, affrontano il passare inesorabile del tempo con relativa serenità ritenendolo logico e rispondente alle leggi di natura; altri lo vivono con terrore e impreparazione non riuscendo ad accettare il fatto che la vita sia un sentiero che, per dirla con Socrate, ci prepara alla maturità della morte!

Gioia e dolore, dicevamo, si alternano ciclicamente e inesorabilmente sul nostro, periglioso, sentiero e per quanto sia bello e gioioso, per un genitore, vivere la nascita di un figlio, godere felice della sua crescita, è molto doloroso, per un figlio, assistere, impotente, al lento sfiorire di un genitore.

Come è triste, infatti, osservare chi ci ha insegnato a camminare sicuri sui nostri passi, muoversi con piglio tremolante e incerto; chi stavamo ad ascoltare per ore, chiudersi in un pericoloso silenzio; chi ci ha insegnato a vivere con forza e coraggio la vita, ritirarsi sull’isola sperduta del distacco. 

Mille pensieri ci assalgono (almeno a quanti non considerano i propri genitori anziani, inutili e pedanti) potevamo fare di più! Cosa posso fare adesso?

Ed allora ecco ritornarci in mente il ritornello ” se potessi tornare bambino”…

Se potessi tornare bambino, potrei abbracciare chi mi ha dato forza ed essere riscaldato dal suo calore rassicurante.

Se potessi tornare bambino potrei confidare le mie ansie ed i miei tormenti a chi li saprebbe ascoltare e gestire, senza giudicare né tradire.

Se potessi tornare bambino, ascolterei una favola e mi nasconderei nella sua ombra.

Se potessi tornare bambino gli chiederei le mitiche 500 lire per il Topolino della Disney e gli dichiarerei la mia felicità e la gratitudine per essere suo figlio….

Non dovrei, consapevolmente, costringermi ad accettare l’idea di dovergli dire, un giorno, addio….

lo so, questa è uno dei postulati della Natura e lo accetto. 

Vorrei, da figlio, che non fosse così.

Mariano Marchese (23 marzo 2009)