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Vive nell’Ottocento egregiamente,

cambiando alla radice la realtà;

riprende Hegel soltanto parzialmente,

ma, per il resto, lontano se ne sta.

Del suo predecessor egli contesta

quell’uguaglianza tra l’ “idea” e la “realtà”,

perché “realtà è materia” e in cio si appresta

ad esaltar la “prassi”, che agirà.

La Storia è, per lui, una dimensione

assai importante: essa è una Struttura;

invece, Arte, Giustizia e Religione

costituiscon la Sovrastruttura.

In cinque Epoche dividerà la Storia:

l’ultima tappa darà il Socialismo;

quello scientifico, però, è la sua gloria,

da cui, poi, nascerà il Comunismo.

Il termine marxista “Plus valore”,

a suo parere, è negativo assai:

è proprio un “furto” per il pensatore,

il quale vuol difender gli operai.

Per affermare il Socialismo, occorre

distruggere Famiglia, Patria e Dio;

per lui bisogna metter sulla torre

il motto: “Quel ch’è tuo è mio!”

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