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Pubblicato ne Lo SciacquaLingua

AstroSamantha è tornata a casa: la capsula Crew Dragon Freedom è ammarata nell’Atlantico

Questo titolo di un quotidiano in Rete ci dà lo spunto per mettere in evidenza il fatto che il verbo “ammarare” non è la variante di “ammarrare” (con due “r”) come molti ritengono, anche gente di cultura. Tra i due verbi c’è una notevole differenza semantica (significato). Quanto al titolo, sarebbe stato “piú corretto” se gli addetti alla titolazione avessero adoperato l’ausiliare “avere”: ha ammarato. Ma tant’è. E veniamo ai due verbi che non sono ─ come specificato ─ l’uno variante dell’altro. Quello con una sola “r” (ammarare) significa “scendere e posarsi sull’acqua” (si dice di un aereo, di un idrovolante e di un veicolo spaziale). Gli etimologisti lo fanno derivare dal sostantivo mare, coniato sul modello di atterrare. Ammarrare (con due “r”) sta per “ormeggiare”, “attraccare”. Non è di provenienza italica, ma gallica: ammarrer, a sua volta dall’olandese maren, ‘attaccare’. Ma oggi, sembra, è quasi in disuso.

A cura di Fausto Raso

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