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Razionalismo è proprio la corrente

su cui Cartesio basa il suo pensiero,

per far conoscer, molto chiaramente,

la scienza vera ed anche per intero.

Il metodo da lui utilizzato

in quattro canoni viene suddiviso:

permette, in questo modo, a ogni scienziato

di esser di “sapere” molto intriso.

Chiara e distinta divien la verità,

per afferrarla con un solo sguardo,

come fa Dio con la Sua Santità;

è questo del filosofo il traguardo.

In ogni mente vi son due facoltà:

v’è, innanzitutto, quella dell’ “intuizione”,

che coglie le immediate verità

e, infine, invece, v’è la  “deduzione”.

Per giungere a scoprir la verità

il gran Filosofo vuole dubitare:

“se dubito, io penso”, lui dirà;

del “Cogito, Ergo Sum”vorrà parlare.

Genio maligno: lo scopo suo è l’inganno;

ci invita a dubitare di ogni cosa,

però le cose così, realmente, stanno:

la conclusione sarà meravigliosa.

“Se dubitiamo, vuol dire che esistiamo”

(secondo lui è l’unica certezza);

cose pensanti noi, per Cartesio, siamo;

a questa idea la mente è, ormai, avvezza.

Il pensatore cita due sostanze:

“anima” e “corpo”, che sono separate;

soltanto Dio ci dà molte speranze

di render le due cose amalgamate.

Per dimostrare di Dio l’esistenza

lui usa quattro prove, per spazzare

ogni incertezza, ma con insistenza:

allora, l’uomo non può più naufragare.

Contesta la morale provvisoria

e dice che, per viver proprio bene

ed evitare una realtà illusoria,

bandire le passioni a noi conviene.

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