“Salve. Avrei bisogno di una risposta sulla questione che ora espongo. Il marito di mia sorella, che, non potendo più lavorare per motivi di salute, percepiva, da 15 anni, l’assegno di invalidità, è venuto meno all’improvviso. Mia sorella, che era a carico del marito, ha diritto a percepire l’assegno spettante al coniuge deceduto?”
L’assegno ordinario di invalidità, che viene erogato in presenza di una riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo a causa di infermità fisica o mentale, e delle altre condizioni stabilite dalla Legge n.222/84, non è reversibile ai familiari superstiti, a differenza della pensione di inabilità, che, invece, spetta ai familiari superstiti, purché fossero a carico del lavoratore al momento del decesso dello stesso.
Tuttavia, è utile tenere presente che, al compimento dell’età pensionabile, l’assegno di invalidità viene trasformato d’ufficio in pensione di vecchiaia, in presenza dei necessari requisiti contributivi ed assicurativi. Pertanto, ove il decesso del titolare sia avvenuto dopo la trasformazione dell’assegno in pensione di vecchiaia, ai familiari superstiti spetta la pensione di reversibilità, poiché ci si riferisce alla pensione di vecchiaia e non all’assegno di invalidità.
Erminia Acri-Avvocato
Erminia Acri, iscritta all’Albo degli Avvocati del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, Patrocinante in Cassazione, esercita la professione di avvocato in materia di diritto civile, diritto del lavoro e previdenza, diritto amministrativo (abilitazione all’esercizio della professione di avvocato conseguita in data 05/05/1998). Consulente legale dell’Inas-Cisl, sede di Cosenza. Attività di docenza, in materia di Diritto di Famiglia, c/o Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico (SFPID) – Roma. Iscritta all’Albo dei Giornalisti- Elenco pubblicisti dal 01/07/2006. Responsabile “Area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line
https://www.lastradaweb.it/erminia-acri/