Pubblicato su Lo SciacquaLingua
La formazione del plurale dei nomi composti è sempre stata causa di discordia tra linguisti (e lessicografi). Perché? Perché non tutti rispettano la “legge” che regola la formazione del plurale, creando, in tal modo, una sorta di “anarchia linguistica”. Ecco, ancora, un termine che fa accapigliare i linguisti sulla formazione del plurale: bloccasterzo. Chi lo dà variabile, chi invariabile. Tra i vocabolari consultati, sono per l’invariabilità il Devoto-Oli, il Gabrielli, lo Zingarelli, il Sabatini Coletti, il dizionario Olivetti. Il Treccani e il De Mauro non specificano, quindi… variabile. Il Garzanti, salomonicamente, invariato o plurale. Come regolarsi? Semplicissimo. Rispettando la “legge linguistica” ─ come scritto altre volte ─ secondo la quale i nomi composti di una voce verbale (bloccare) e di un sostantivo maschile singolare (sterzo) nella forma plurale mutano la desinenza del sostantivo: il blocca(verbo)sterzo(sostantivo maschile)/i bloccasterzi. Una ricerca con Googlelibri: 349.000 occorrenze per i bloccasterzo e 444.000 per i bloccasterzi.
A cura di Fausto Raso
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.