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.proprio non mi va di interagire. Non so se capita anche a te, ma talvolta mi manca la parola, non riesco a dire niente. Fatica. Costa fatica anche solo annuire o negare e questo, è lampante, causa disagio in chi sta intorno.

Vorrei non dover spiegare, vorrei che il volo accompagnasse la comprensione, senza alcuna difficoltà.

Cerco di essere sincera esprimendo la mia volontà, ma vengo pervasa immediatamente dal senso di colpa e forse anche un pò dalla paura che tutto possa svanire nella stanchezza.

Buone giornate nonostante.

È forse questo il momento di concedersi il dubbio? La riflessione lascia il posto all’incertezza: tutto improvvisamente diventa temporaneo, le cose della vita necessariamente devono cambiare, altrimenti sarebbe come non voler avanzare. E allora perché se mi fermo anche un solo istante a guardare indietro mi prende con violenza la nostalgia?

C’è poi tanta distanza fra il saper aspettare e, invece, accettare?

Alza lo sguardo in alto! Ti riempirai di cielo. Terso, stellato, fresco, di preludio, puro, lascia vedere anche quello che non c’è ma si immagina. Il desiderio di una corsa nel cuore della notte mi porta indietro. Una prateria non sterminata ma definita, i confini non ne limitano la libertà però, sarà per via del cielo che non si distacca dal terreno ma ne rappresenta un prolungamento, anzi una fusione: cielo e terra che si intrecciano come due amanti durante l’amore.

Stimoli, cose nuove, parole mai sentite, paesaggi freschi. Ancora una volta il tempo rimane la risorsa più importante, poco ne lascio per quello che ritengo essere superfluo o che non necessita troppa cura, ma così facendo corro il rischio di perdermi nelle mie paure.

Dall’alto della mia solita finestra sbircio silenziosamente, riesco a guardare fuori senza cogliere i dettagli delle cose inutili e prendo solo il meglio.

Lei è tornata lì sull‘asfalto, un po’ protetta, dove tutto passa velocemente e si ferma solo per un breve momento. Rimane immobile a guardare, non vuole andare da nessuna parte, sa bene che le cose importanti da vedere sono tutte là, nella strada sotto casa sua.

Il valore di un uomo.

Incantata dalla delicatezza, dalla dolcezza dei movimenti, dalle carezze nelle parole.

Nella tarda ora che si avvicina al buio della notte, chiedo aiuto come mai ho fatto. Una mano a restare. Difficile per chi del piacere della corsa ne ha fatto la sua filosofia di vita; impossibile descrivere la libertà che si prova quando, aperte le porte del proprio sentire, si vola in salita verso l’alto, afferrando tutto quello che nel percorso, improvvisato e non previsto, appare velocemente a mostrarsi.

Questa volta mi ritrovo abbandonata nella confusione, non riesco a filtrare, pochi gli strumenti per poter affrontare discriminando. E ciò alimenta il senso di smarrimento. Le domande affollano la mente senza volere le risposte.

Mi lascio guardare… senza lottare, proietto lo sguardo così come si forma dentro lasciandolo pieno di spontaneità, puro, senza contaminazioni di pensieri ingombranti, semplice a comunicare il sentimento, “vivace” a guidare il movimento delle mani.

Aspettiamo con ansia l’arrivo dell’ultima stagione che chiude un anno zuppo di cambiamenti. Una sterzata improvvisa e non prevista, pur per chi sempre alla ricerca della imprevedibilità, si è trovato, senza accorgersene, al centro di quel crocevia tra i vari percorsi. C’è chi rimane ad aspettare sorridendo, chi combatte ma senza alcuna ostilità. Forse un po’ di leggerezza…

Fernanda (15 aprile 2012)

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