Care sembianze che il mio cor rimira,
invan sopite da l’edace oblìo,
come soave da quel volto spira
la confidenza d’un gentil desìo.
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Quella pensosa tua bontà che attira,
dal labbro esala e scende nel cor mio;
quel nobil segno, che tant’alto mira,
si compie, infranto, in un supremo addio.
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Anima mia, nell’ansito che trema,
muovi a quel luogo che non ha più amore:
là, d’un Estinto, ancora, l’eco estrema
vibra, e che un giorno palpitò nel cuore.
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Nel pio mistero par che intorno frema
una sommessa vita di squallore;
un trepidar che fra i cipressi gema,
come preghiera di stanco dolore.
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O miei ricordi, ch’oggi ancor canto,
svanite ebbrezze di sognate fole
che m’assalite nel funereo incanto…….
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Ma tu non più verrai sull’ardua via
che fu, dall’alba alla fatal tua sera,
una battaglia, un inno, un’elegia.-
Giuseppe Chiaia 1996
Fine Letterato, Docente e Dirigente scolastico, ha incantato generazioni di discenti col suo vasto Sapere. Ci ha lasciato (solo fisicamente) il 25 settembre 2019 all’età di 86 anni. Resta, nella mente di chi lo ha conosciuto e di chi lo “leggerà”, il sapore della Cultura come via maestra nei marosi della Vita