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Le abitudini. Quelle cui siamo “abituati” a vivere fin dai primi momenti di vita. Inconsapevolmente le creiamo e poi, giuste o sbagliate che siano, non riusciamo più a farne a meno.

La stima e l’affetto. Sentimenti incatenati, legati da un filo robusto che li fa avanzare insieme. Crescono parallelamente e non esiste l’uno se non vive l’altro.

Si può amare senza provare rispetto?

Ho imparato a fermarmi un attimo prima, quando la voglia di lasciare entrare perde strada, lasciando il passo alla ragionevolezza.

Una estate che non vuole abbandonare.

Ritrovo la voglia di rinfrescare il corpo in acqua di mare e progetto con cura, forse, la mia ultima fuga. Anche questa volta ricordando la necessità di non fare incontrare tutte le cose, prestando ascolto ai miei soli bisogni.

Prestando ascolto.

Quanto tempo è passato da che vivo qui?

Strana la percezione reale degli ultimi 10 anni trascorsi, uno per uno, con una pausa nel mezzo, ma incoerente con gli ultimi pochi mesi di questa vita.

Il senso del tempo rimane per sempre la mia risorsa più preziosa, da gestire nel modo migliore, mettendo però da parte l’ossessione.

Rifletto, camminando lentamente fra il verde di questo magico luogo sull’importanza di dare voce alla creatività.

Gli eventi. Posso ancora credere alla loro casualità, oppure avvengono quando si vuole che avvengano?

L’importanza di un logico ragionamento segue alla coerenza del pensiero. La qualità che più ho apprezzato nella vita, ricercata e perseguita.

Leggo e riscopro nelle parole il valore della tranquillità legate al concetto della saggezza, come valore da perseguire.

Nell’ordine delle cose, la verità. I vari elementi naturali si incontrano nelle modalità meno probabili e, con la “naturalezza” che loro appartiene, si organizzano in strutture nuove e che meglio si adattano alle mutevoli condizioni degli ambienti che viviamo, che siamo portati a vivere.

In tutto questo, la coerenza al di fuori delle abitudini strutturali.

Qualcosa di più grande.

Torno indietro, facendo i conti con un passato che ho vissuto senza mai dimenticare. Saranno state le parole mancate a tenere stretti i legami, oppure l’incapacità di vivere senza avere metabolizzato fino all’ultima briciola?

Nel cuore della notte.

È arrivato il momento di concretizzare ogni pensiero, di non dimenticare il piacere che provo quando la penna dei miei sentimenti, delle mie emozioni incontra il foglio della mia vita, donando colore anche agli ultimi più tristi già da tempo vissuti.

Gli attimi.

Come un frame, uno accanto all’altro a definire un progetto cominciato in uno dei momenti della storia inimmaginabile, dove ci siamo ritrovati tutti a vivere.

L’importanza del cambiamento emerge dalla necessità del rinnovamento. E qua la prima delle mie innumerevoli domande.

Il valore della vita.

La coerenza a convenienza.

Mi fermo subito dopo aver lasciato esplodere la rabbia quando chiaramente viene fuori l’incoerenza legata ai peggiori sentimenti propri degli esseri umani. E ancora una volta mi arrabbio con Fernanda.

Avrei dovuto…

Non avrei dovuto…

I tasselli si ricompongono a costruire un disegno ipotizzato ed ora quasi certo. Rifletto su me stessa, proponendo un maggiore controllo degli impulsi, anche quando la ragione è tutta da una parte.

Ma, quando l’incoerenza si scontra con una mal celata invidia per quello che non si raggiunge, diventa veramente difficile controllare gestendo.

Mi concentro su quante più parti del mio corpo possibile, provo a spostare l’attenzione ma senza dimenticare.

Fernanda

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