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Questo è il terzo degli spot per il rafforzamento della nostra resilienza alla quarantena da Coronavirus, realizzati per il Rotary Club Cosenza Nord su richiesta del Presidente Francesco Chiaia

Di seguito, il testo integrale.

“Faccio a pugni con te, poi ti vengo a cercare…benedico e ringrazio …e maledico il mondo com’è…e mi domando perché… …ti dovrei chiamare…tutte le volte che passi e ti fermi lontano… lontano da me”. Ho deciso di proporre questa “aria” iniziale della poesia di Francesco de Gregori dal Titolo “Ti leggo nel pensiero” (una sorta di dialogo fra l’essere umano e Dio), prendendo spunto da una recente esortazione di Papa Francesco a pregare con coraggio,  quasi minacciando Dio

La rabbia: quella reazione aggressiva che nasce come ribellione a un senso di ingiustizia e che, sovente, può portare ad azioni inconsulte (di cui ci si pente) a cui segue (altrettanto spesso) senso di colpa e stato di forte abbattimento.

Il termine “aggressività” viene coniato dagli antichi Romani per identificare il concetto di movimento.  “Aggredior” = provare, tentare, muovere, andare all’attacco

Ciascuno di noi (che, per legge di Natura è, di per sé, sottoposto ad una continua guerra fra i quark che compongono gli atomi del suo corpo) nasce con una buona quota di intolleranza necessaria a restare in vita, pretendendo accudimento e attenzioni. Sempre da piccolissimi, otteniamo (per lo più da nostra madre) il soddisfacimento di bisogni (come l’essere allattati, cambiati, abbracciati, cullati) all’interno di uno spazio di tempo.

Quindi, Il Tempo, la percezione del Tempo è, se vogliamo, un “regalo” di nostra madre e misura, per noi, quello spazio che intercorre fra il bisogno di cui ci siamo accorti e il suo appagamento

E allora, ogni volta che qualcosa che aspettavamo, arriva fuori dall’unità di tempo che abbiamo sintonizzato con chi ci ha amato di più (nostra madre) ci arrabbiamo.

Tornando all’esortazione del Papa di pregare quasi minacciando Dio: perché dovremmo farlo?

Perché, dicono, siamo a sua immagine e somiglianza. E, allora, calza a pennello un altro passo del componimento di Francesco de Gregori.

“…E chiedimi perdono per come sono…perché è così che mi hai voluto tu! Prendimi per il collo, prendimi per mano……che non mi trovo più”.

Ovviamente, per chi crede che Dio non esista, mi permetto di ricordare che siamo “realizzati”, comunque, ad immagine e somiglianza dell’energia potenziale da cui deriva tutto. Comunque la si voglia chiamare.

Rabbia, allora…

Derivazione del senso di impotenza che aumenta la paura che (con una sorta di meccanismo di difesa dell’Io che potremmo chiamare “formazione reattiva”, cioè trasformare nell’opposto un sentimento provato) tentiamo di nascondere anche perché, ci spiegano gli esperti del settore, i periodi di quarantena, impedendoci le attività tipiche dell’adulto, ci fanno regredire sul piano emotivo per consentirci un miglior adattamento.

Siccome noi siamo il risultato delle dinamiche energetiche conseguenti alle esperienze che creano il database della nostra memoria (grazie alla quale è possibile assemblare idee e concetti), uno sviluppo equilibrato della personalità (inteso come passaggio da “momenti transitori” a “fasi mature”) garantisce approdi verso lidi di autorealizzazione (grazie ad autostima e autoaffermazione pur partendo da zone d’ombra come quelle minimaliste delle fasi transitorie identificazione, competizione con gli altri e ambizione scorretta, gregarietà, autoritarismo, ricerca di protezione e sicurezza in funzione di altri, etc.).

Le nostre reazioni di rabbia, quindi, nascono dal livello di frustrazioni che non riusciamo più a tollerare

Valutiamo, quindi, il nostro livello di autostima e l’importanza che assumiamo nel difendere chi amiamo dalla condizione del pericolo. Assumendo e accettando il ruolo di responsabilità verso esseri più indifesi che dipendono dalla nostra capacità di rimanere lucidi e razionali, ci ridà un ruolo, ci toglie dalla passività e ci fa uscire dal guscio arrogante e vittimista (al tempo stesso) dell’egoismo immaturo e fine a se stesso.

Agiamo per come la situazione ci consente

E PORTIAMO RISULTATI!

E, come conclude Francesco de Gregori: “Sarà come sarà, …se sarà vero…e mi vedrai …davvero…Poco prima dell’alba, …quando il buio è più nero… …però… Ti leggo nel pensiero” e, lì, troverò le risposte che sto cercando

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