Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Paola C. e Giuseppe C., entrambi di Roma, ci chiedono se eleggibile e eligibile possa-no essere usati in riferimento a qualcuno che è in possesso dei requisiti richiesti per svolgere un’attività o partecipare a uno studio clinico. Claudio M., dalla provincia di Livorno, scrive di aver letto sui quotidiani il termine eligibilità a lui del tutto nuovo e vorrebbe conoscerne il rapporto con eleggibilità. Nicola G. da Bari nota che nei bandi di concorso si leggono spesso espressioni come “Criteri di eleggibilità: sono eleggibili ai fini dell’ottenimento del contributo i candidati…”. Ritiene che si tratti di un calco sull’inglese to be eligible for ‘avere diritto a’, ‘essere in possesso dei requisiti per’. E si domanda se non sarebbe più corretta una formulazione come “Requisiti di ammissione: sono ammissibili, ai fini dell’ottenimento del contributo, i candidati…”. Infine Uranio M., che ci scrive dalla provincia di Viterbo, ritiene che vi sia una differenza di significato tra eligibile / eligibilità e eleggibile / eleggibilità: a suo parere è eligibile “colui che è idoneo […] ha i requisiti richiesti per un determinato scopo. Eleggibile invece [è] colui che ha requisiti e idoneità per essere eletto, ossia nominato ad assumere una carica o ruolo specifico”. (da l’Accademia della Crusca)
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Spiace costatare che anche gli esperti dell’Accademia della Crusca cadano – nel rispondere ai quesiti – nel trabocchetto della tautologia (requisiti richiesti). Requisito – giova ricordarlo – significa “cosa richiesta, necessaria” provenendo dal latino “requisitum”, participio passato di “requirere” (chiedere, esigere), composto di “re(s)” e “quaerere” (cercare, chiedere) e vale “cosa richiesta”. Richiesti, pertanto, è “dentro” i requisiti (e non c’è alcun bisogno di specificarlo). Riproponiamo, in proposito, un nostro vecchio articolo.
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.