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Pubblicato su Lo SciacquaLingua

Il vocabolario “Treccani” in rete attesta “stratego” come prima occorrenza, relegando al secondo posto la forma piú usata, “stratega”; per quanto riguarda, invece, il lemma “patriota” riporta “patrioto” come voce antica o popolare. Ciò ci stupisce, e non poco, perché sul piano lessicale i due termini sono “alla pari”. Vi sono, infatti, dei sostantivi maschili che accanto alla desinenza “-a” assumono anche la desinenza “-o”. Abbiamo, cosí, il pilota e il piloto, lo stratega e lo stratego, il patriota e il patrioto. Perché, dunque, questa “discriminazione linguistica”? C’è da dire, però, che le forme in “-o” sono di uso letterario o popolare. Ciò non toglie che sul piano lessicale – come dicevamo – hanno pari dignità. Di questi allotropi (doppioni) il piú noto è – senza ombra di dubbio – il piloto per l’uso che ne hanno fatto i classici: «E se il piloto ti drizzò la nave» (Ugo Foscolo). Concludendo, si potrebbe dire che la terminazione in “-o” si può considerare una sorta di rivalsa sulla desinenza “-a” del maschile dei sostantivi come profeta, poeta, pianeta, teorema, tema e simili.

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