Posted on

Ho conosciuto campi senza fiori, senza acqua, senza più uomini né donne piantati sulle gambe.

Ho conosciuto baracche senza suoni, odori, respiri, come detriti restano i rintocchi.

Ho conosciuto villaggi senza un nome, una strada, una chiesa, neppure un bimbo sulla porta.

Ho conosciuto il rumore dello sparo, del rinculo che fa male, della battaglia agli inermi che mai è fiera, ma vigliacca più della paura.

Ho conosciuto armenti e finimenti, perfino sfinimenti e tradimenti.

Ho conosciuto preghiere e movimenti, immagini e passioni, speranze cadute in disuso.

Ho conosciuto moltitudini di giovani, adulti, anziani, le genti pronte all’uso, allo scopo, allo sconquasso, umanità derelitta e sconfitta dalla coscienza inappetente.

Ho conosciuto l’urlo di guerra del potere, le grida di dolore di ogni pace lacerata, la sofferenza di ogni riconciliazione umiliata.

Ho conosciuto madri, figli, padri e fratelli scomparsi, l’incredulità evanescente, invece restano i pochi segni, braccia crocifisse, testimonianze svendute, verità rivelate a peso, a comodo, nascoste dal passamontagna, di rimbalzo a ogni più ovvia prossimità.

Ho conosciuto le diversità, differenze, le cose scambiate per domani, domani, domani, uguali e ripetuti, dis-umane deficienze, mancanze, assenze di onestà intellettuali, democrazia, soprattutto di Giustizia.

Francesco, il lupo e la sua Preghiera, dentro la potenza di fede e di azione, uno stile di vita che non cammina, non sta in piedi senza la fatica inarrestabile, impavida alle ristrettezze dialettiche.

Forse in quella preghiera richiesta, indicata, ordinata con sguardo fermo, in alto, ebbene quella preghiera muove le labbra e smuove le gambe, affinché non rimangano speranze calate dall’alto, ma divengano orme digitali quelle lasciate sul percorso in salita che porta in Siria, non sul sentiero inventato a misura da ogni più miserabile bomba intelligente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *