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Un segreto. Custodisco un segreto e lo porto con me. Mi conduce in qualsiasi posto io voglia andare, illumina la strada quando il buio non ha mai fine, spegne i raggi quando vuoi che la luna si accenda. Per stringersi fra le mani guardandosi negli occhi, promettendo di aspettarsi.

Viviamo momenti di vita senza troppo pensarli, ma nonostante ciò ci sorprendiamo continuamente. E questo ci piace.

I viaggi ai confini del mondo difficilmente si immaginano se non li si vivono. E vanno trasmessi, senza filtri né ombre che offuscano, fra la nebbia che riempie l’aria si ritrova la nitidezza del cielo.

Proietto il mio sguardo a tutto tondo e vedo un cielo che assume colori diversi: striature di azzurro ricolme di nubi dense di soffice bianco, il sole più vivo e più acceso che manda calore che scalda e non brucia, il grigio che sfuma i confini nel nero di una pioggia che non vuole finire.

È la maestosità di una natura a cui non siamo abituati.

Distendo i miei tratti, sento il vento freddo che vive fra gli alberi e provo un momento di serenità, in totale equilibrio con l’ambiente a me intorno.

È una malinconia che non strugge, commuove semmai, abbracciata stretta ai desideri più intensi, quelli che senti prenderanno vita allo scadere, alla fine del tempo che non è troppo tardi.

Custodisco un segreto e lo porto con me, gli trasmetto la parte più ricca della mia vitalità, lo nutro d’amore come un fiore delicato e debole nell’aspetto, ma forte di animo, di sentimenti più belli.

Quante volte si ferma il respiro e nell’istante in cui rimani sospesa avverti a pieno e percepisci lo stato dell’animo, non c’è nulla che sfugge. E ti vedi esattamente come sei. Fino in fondo…

Inghiottita dagli schizzi dell’acqua che bagna una riva frastagliata di terra, un piccolo molo sorge ai piedi di una colorata casetta e ci accoglie, trascinando il pensiero fra la magia che aleggia e corona questo posto fatato.

Come spesso accade vengo rapita dall’originalità delle leggende del posto, dove vivono fra le fitte foreste di verde i cespugli di piante e il profumo del muschio dei tanti folletti di forme diverse. Nascosti alla luce del giorno si muovono nel crepuscolo della notte, per sfuggire all’incantesimo che altrimenti li pietrificherebbe. Non si può certo dire siano belli a vedersi, ma ispirano tenerezza e simpatia e se fra le mani ne stringi uno, di sicuro, un po’ di fortuna accompagnerà il tuo tragitto.

Le paure svaniscono, le ansie si placano, gli occhi si tingono di lacrime calde e senza provare alcun imbarazzo, sollevo lo sguardo penetrando il segreto che vive all’interno di me. E’ come aprire lo scrigno della propria storia con dentro tutto ciò che abbiamo vissuto, quello che è stato e ciò che avverrà.

E in questi momenti di acqua di oceano non trova più posto l’istinto di correre, prevale al contrario la voglia di fermarsi a guardare, magari sul prato ai margini dello scorrere della vita senza intralciare in alcun modo il percorso, ma lasciando che fluisca nella naturalezza più assoluta. Lasciandosi andare.

Ritorno. Fra le mie cose, gli affetti, gli impegni. Non voglio però sfuggano a me le immagini di fiordi, insenature dell’anima che, pur spigolose e strette, aprono distendendo i confini.

Ripenso. Nel buio che non vedo da giorni, cerco fra gli spiragli di una debole luce le stelle, mi accerto che esistano ancora, ne gusto il brillare, le conto finché non mi perdo.

Posseggo un segreto…

Norway, giugno 2008

Fernanda

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