– La Vita Terrena –
…un bel giorno che qualcuno dice triste, un essere umano emerse dall’immenso universo inconscio, composto di energia vitale, e presa coscienza di sé, unità parcellare, si trovò su ciò che tutti chiamano:
Terra
Qui, verdi pianure di buoni pascoli, lì monti bianchi, vestiti dalle nevi perenni; boschi con alberi millenari, laghi di buona acqua dolce e mari di acqua salata, ora impetuosamente minacciosa, ora di onde calde e confortevoli,
tanti esseri umani e tante varietà di animali di mille specie.
In questa girandola di Esseri Viventi, tutti in continuo movimento, il nuovo Essere Umano, piccolo piccolo, sgomento e perduto, si rivolse lassù “ove è tardo lo sguardo” e piangendo, incredulo, ripetè smarrito:“COME FARO’?”
la voce lontana, come fosse l’eco della sua…ripeté:“AVRAI TANTI POTENZIALI POTERI CHE TI PERMETTERANNO DI VIVERE”
Questi POTERI sono i componenti della PERSONALITA’ che tutti noi Esseri Umani, alla nascita, nel momento in cui abbiamo avuto la condanna alla vita, POSSEDIAMO.Dobbiamo:Prima CONOSCERLIPoi SVILUPPARLIQuindi SAPERLI USARE
Il nuovo piccolo essere umano, avendo constatato l’impossibilità di altre scelte, piano piano, giorno dopo giorno, iniziò a sentire in sé “i suoi poteri” e ringraziando chi gli aveva donato tanti tesori, iniziò a vivere ciò che tutti impariamo a conoscere:LA VITA TERRENA.
In attesa di tornare lassù ove tutto è più immenso, per lui che vale molto di più di ciò che la “condizione umana” può farci realizzare.
Per nostra sventura e maggiore sofferenza, strada facendo ci si dimentica che il soggiorno è temporaneo e ci si avvinghia alla terra, avviluppati dai mille tentacoli che la società che abbiamo trovato ci elargisce, convinta di offrirci il meglio e molto spesso facendoci dimenticare il “vero scopo”: L’ESPERIENZA DI VITA TERRENA
Giovanni Russo
Commento e RiflessioniDa qualche tempo, allorché mi capita di ascoltare – a cagione della mia professione o per incontri casuali – persone che si lamentano di tutto e di tutti, o, peggio, di ascoltare altri che hanno bisogno di “vedere” la sofferenza nell’altro per attutire ed allontanare i loro problemi, tali, solo per loro, mi domando come possa accadere ciò, ossia, come questi possano non valutare la loro condizione magica di Esseri Umani; l’unica risposta che sono riuscito a darmi, sino ad oggi, è che, il tutto è riconducibile alla mancanza di conoscenza…meditate gente, meditate.Francesco Chiaia – 2 dicembre 2002