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Finalmente un cielo debolmente azzurrato, dominato da un tiepido sole. Se pur il pungente freddo del primo mattino si deposita coprendo ogni cosa.

Sfugge qualcosa. Sarà il momento denso e da coltivare, oppure va solo lasciato passare?

Come sempre, domande.

La domanda posta a se stessi non va confusa con la certezza della contraddizione. Indiscutibilmente è indice di curiosità che alimenta il corretto funzionamento cerebrale, ma chi può dire qual è il quesito da porsi e perché proprio quello?

La presunzione.

La trasmissione dell’informazione. Quello che più si conosce, meglio si trasmette nella modalità che ci appartiene. Ma …

Un periodo di intensa contraddizione che sta per tramutarsi in uno stravolgimento di vita. Fa parte della mia vera natura oppure è la normale tendenza di ogni essere umano ad evitare l’assuefazione ad ogni cosa? Che genera la noia e l’abitudine. Nemiche …

Soppeso utilizzando una bilancia di alta precisione e mi guardo indietro.

Il proprio punto di vista. L’egocentrismo, la permalosità, la presunzione. Ingredienti complicati a rafforzare, escludendo il parere altrui.

“Solo il mio!”

Le domande che ogni essere umano si pone nel corso dell’intera sua esistenza, uguali o diverse? E uguali perché? Diverse in base a cosa?

Sorrido e mi infastidisco comunque, quando mi scontro con l’assolutezza del proprio pensiero, che porta ad una indiscutibile necessità di affermare con prepotenza. Tutto il resto, non ha importanza alcuna.

Anche io mi comporto in questo modo?

Altamente probabile. Eppure … raramente mi sono trovata a dover affermare il bisogno di vedere soddisfatte le mie contraddizioni. E, fra le tante, quella calorimetrica che valore ha nella mia scala?

Mi sforzo di trovare una risposta, di pensarci senza pregiudizi, in libertà, sfidando i miei interessi ma proprio non mi prende.

Sarà una questione di formazione, di corso di studi intrapreso oppure veramente il non volersi chiedere e ottenere ogni risposta?

Beh, non si può dire che i quesiti non costellino la mia esistenza, altrimenti non potrei operare e non avrei la necessità di riempire i quaderni della mia esistenza senza mai saltare un giorno. E da quanti anni ormai? Tanti, veramente tanti.

Nonostante tutto, provo a liberarmi da ogni contatto naturale con il mondo e osservo le cose da un altro punto di vista. Uno che sicuramente non mi appartiene, ma che serve a far funzionare la macchina cerebrale. Che sia una contraddizione di origine calorimetrica, di pensiero, posizione o dell’anima, va bene a stimolare le domande.

Cosa mi chiedevo ad 11 anni?

Torno indietro, ma molto nel tempo, e provo a focalizzare. La scuola, la corsa, la mano più grande che proteggeva la mia, le interminabili passeggiate al venire della sera nell’autunno iniziale e le grandi confidenze.

Qual era la domanda che dominava? Un momento di confusione, la libertà conquistata, la difficoltà nell’organizzare gli eventi e la voglia di correre. Come sempre, da sempre e per sempre.

“Tutti diversi nonostante?” Era questo uno dei quesiti: tutti diversi nonostante.

Pochi gli anni trascorsi ad avere una prima risposta, ma, nonostante le prime arrivarono velocemente, ancora oggi mi chiedo la stessa cosa.

Ognuno dentro di se ha delle propensioni che sinceramente non so da dove vengono fuori, se alla nascita, ancora prima, oppure nel durante. Forse da tutte e tre queste fasi della vita. La curiosità è senz’altro l’ingrediente principale che nutre il cervello, accompagnata da un sano scetticismo che non sfondi però nel cinismo, la capacità di porsi domande senza presunzione nello stabilire quale è giusta e quale sia sbagliata.

Ma la permalosità in tutto questo? La fa da padrone, come spesso accade.

Io, intanto mi tengo le mie contraddizioni e ringrazio chi ha aggiunto, alle mie tante, anche quella calorimetrica.

Fernanda

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