Mi piace uscire all’imbrunire e alzare lo sguardo al cielo immediatamente. Viene fuori uno spicchio impresso in un cerchio tondo e bianco in sottofondo. Il cielo è terso e chiaro, pieno di parole e senza troppi domani.
E tu mi chiedi cosa è cambiato! Così in naturalezza come fosse una domanda che ha una facile risposta. È cambiata la prospettiva del sole all’orizzonte, la densità dell’aria impressa nella volta, il ritmico alternarsi delle onde in questo inizio che si appresta.
Anche di questo dobbiamo parlare.
Leggo, trovando nelle parole il significato cercato e finalmente comprendo fino in fondo. Mantiene in vita. Il segreto è tutto lì. Le righe fra le parole scritte creano una barriera se non vengono liberate e l’unico modo per lasciarle andare rimane il più antico.
Una storia tenerissima, scritta per chi si lascia incantare dalla magia senza voler trovare a tutti i costi un rigido senso, ma solo avvolgersi dalla musicalità che lega le parole.
Le parole. Il filo conduttore.
Una ventata di freschezza ed un brivido di freddo.
Quante volte nella vita mi è capitato di provare una sensazione di benessere accompagnata da un contrario di uguale intensità? Innumerevoli.
Uno sguardo di fiducia, una spinta a continuare.
Lascio i pensieri dietro di me, ma invece di liberare la mente a respirare mi ritrovo assorta da altri.
Tutto è cambiato. Velocemente oppure così lentamente che non ho avuto il tempo di percepire lo spostamento e solo ora che è enorme il divario lo consapevolizzo per quello che è?
Non ha importanza alcuna risposta.
Camminiamo nei vicoli della città eterna, sotto l’azzurro di un cielo finalmente di inoltrata primavera, fra la gente che appare immobile nella folla.
Un passo ed un pensiero.
Una lacrima nella mano.
Ogni viaggio, anche il più breve, si conserva nella memoria dell’antico e lì rimane per sempre.
Tutto un tempo era diverso, tutto ora è più faticoso, ma ogni cosa, alla fine, ogni ricordo ha lo stesso sapore. E questo è l’importante.
Imparare a saper dosare ogni cosa, senza rinunciare ma cercando a pieno di gustare il tutto.
E anche quest’oggi si parla di sintonia e complicità.
Con l’andare degli anni lo sguardo dentro gli occhi potrebbe non dover servire più, potrebbe bastare anche solo una brezza d’aria nuova ma impercettibile alla pelle non attenta.
Non riesco proprio in questi giorni a scollarmi dalla pelle la tristezza culmine di un dolore profondo che lacera ogni sorriso.
Non sento alcuna rabbia ma una grande malinconia e proprio non riesco a darmi alcuna risposta né perché.
Che peccato, troppo in fretta e troppo presto.
Mi faccio coraggio e affondo le mani nelle tasche ormai ricolme.
Provo a salire.
Fernanda
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line