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Fino a quando, il cielo, all’improvviso, si veste di puntini argentati.
Pensieri degli anni difficiliIl ritorno. Echeggia nell’aria, compare in ogni riga, un motivo ci sarà.E cosi, tornando, ricomincio.Un pensiero complesso. Una veloce trasmissione di informazioni a togliere il respiro, senza comprenderne il vero significato.Alla fine di una settimana infinita ed anonima. Difficilmente riesco a ricordare gli attimi che la hanno scandita. Non avranno avuto alcuna importanza.Un senso di tristezza mi pervade.L’attività basale, intensa e prolungata, consuma energia, non si può controllare e forse nemmeno lo si deve.Vorrei tornare a poter scrivere dipingendo, senza rileggere e ripensare, con naturalezza e senza intoppi.Mattone su mattone.Mi piace pensare che le cose belle necessitano di cura e attenzione, che avvengono non a caso. A sorpresa si, e lì bisogna essere acuti nel coglierle, ma una volta prese nelle mani nutrite e alimentate, come le più tenere creature.Un silenzio freddo scivola lentamente su tutti noi, adagiandosi quasi a sopperire la mancanza della coltre tanto aspettata. Con ansia ci avviamo verso il buio, spegnendo ogni scintilla possa innaturalmente illuminare questo fantastico paesaggio.Accompagnati ancora dal silenzio. Aria pura, poco tersa purtroppo, ma carica di foschia ad oscurare il confine intorno. L’immaginazione aiuta chi riesce a farla lavorare, chi la alimenta senza aspettarla, chi la ricerca senza perdere la speranza.Un misto di emozioni forti e contrastanti, a spingere fuori tutti i nodi creati all’interno, a mettere a nudo le ansie che accompagnano questo grande momento.Innanzi al calore sprigionato nell’interno, ci teniamo tutti vicini, quasi per mano. Debole la voce fluisce all’esterno, nell’aria, ad intiepidire promettendo, ad incoraggiare rassicurando.Inizia il percorso. Un passo dopo l’altro. Assorbo, in ogni orma, traccia di me stessa, frammento di anima, impronta di paura. Lentamente a costruire la strada.Mi fermo ruotando intorno; il respiro affannoso nella salita si purifica nell’aria liberando tutto quanto si era accumulato nelle ultime ore. Nelle ultime ore?L’attività basale. Intensa, intermittente nei picchi, sempre più vicini gli uni agli altri, fino a quando…Fino a quando il cielo all’improvviso si veste di puntini argentati.Fino a quando la città adagiata nella conca dall’alto si lascia cullare e addormentare.Fino a quando la paura si libera volando, allontanandosi e lasciando la mano.Così presa dallo spettacolo della Natura, dimentico di prendere respiro.Rare le parole. In questa notte che si appresta ad essere impressa nella nostra più bella memoria, mi lascio addolcire, annuso ogni profumo e metto da parte le ultime parole.Poco a poco.Alla fine, un ultimo tratto scosceso, un po’ difficile ma senza ormai più timori.Una punta di sollievo, un momento di dispiacere. Fitte di tanti piccoli dolori, pungenti come aghi, impercettibili alla vista, rigidi abbastanza da essere rimossi però facilmente.L’ultima parola diventa l’inizio della successiva.Contorto o complesso, come pensiero?Ma qual è la vera differenza?Timidamente sbircio dalla piccola finestra. Con sorpresa vengo catturata dalla lenta, silenziosa e fitta discesa che, dall’alto, si deposita dolcemente. Immagino sia la più tenera buonanotte dalla Natura a tutti quelli che…A tutti quelli che.FernandaUn ringraziamento speciale ai miei compagni di viaggio, Josephina, Arthur e Fragym

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