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Dal primo febbraio chi non vorrà più essere contattato dai call center potrà iscriversi in un apposito albo del ministero dello Sviluppo economico.


 

A partire dal primo febbraio, chi non vorrà più essere contattato potrà iscriversi nel registro pubblico delle opposizioni. Un apposito albo, istituito dal ministero dello Sviluppo economico che cambia le regole del telemarketing, ponendo un freno alle pubblicità telefoniche, rituale molesto e indesiderato.

Come iscriversi. Da inizio febbraio tutti gli abbonati al telefono potranno chiedere che il proprio numero (anche più di uno) sia iscritto gratuitamente nel registro, se non desiderano più ricevere alcun tipo di chiamate promozionali, o essere coinvolti in ricerche di mercato via telefono.

Il governo (con Dpr 178/2010) ne ha affidato la gestione alla fondazione Ugo Bordoni, un ente di ricerca in materia di telecomunicazioni. L’iscrizione si potrà effettuare in qualsiasi momento, anche nei giorni festivi, compilando un modulo elettronico sul sito web del gestore con i propri dati anagrafici, codice fiscale, indirizzo di posta elettronica e telefono. Si potrà chiedere di essere inseriti nell’albo anche via e-mail, chiamando dalla linea interessata un numero verde speciale, mediante raccomandata o fax, allegando un documento di riconoscimento. Allo stesso modo i dati potranno essere aggiornati e se ne potrà chiedere la cancellazione, che avverrà automaticamente in caso cambi l’intestatario della linea.

Il Garante per la protezione dei dati personali potrà accedere al registro in qualsiasi momento per effettuare le ispezioni previste dalla legge. Il nuovo regime vieta ai call center di contattare i numeri inseriti nell’albo (con sanzioni per i trasgressori secondo l’art.163 d.lgs.196/03), di effettuare chiamate anonime o con numero oscurato e introduce l’obbligo di informare i destinatari della facoltà di iscriversi nel registro, obbligo che sarà esercitato anche dalle società telefoniche mediante la bolletta.In attesa che l’albo sia attivato, comunque, il diritto di opposizione si può già esercitare rivolgendosi al proprio operatore.

Torna il telemarketing libero. Il registro delle opposizioni, previsto dal codice della privacy e dall’art.20 l.166/09, cambia del tutto il criterio alla base del telemarketing. Si passa dal principio del consenso preventivo (opt- in), reintrodotto nel 2008, che prevede l’esplicito parere favorevole del cliente per poter effettuare le chiamate, al sistema precedente dell’opt-out che, al contrario, stabilisce la regola del silenzio assenso. In pratica gli abbonati sono tutti contattabili, salvo quelli che si iscrivono nel registro. La nuova legge allinea l’Italia al resto d’Europa, dove l’opt-out è ormai adottato dalla maggior parte dei Paesi, come Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Islanda, Olanda, Norvegia, Portogallo, Svezia e Regno Unito.

Un mutamento di prospettiva criticato dalle associazioni dei consumatori. Il registro anti-telemarketing è inaccettabile, secondo le associazioni, poiché autorizzando le chiamate indesiderate verso tutti, tranne coloro che si iscrivono al registro, fa un grande regalo alle società telefoniche e di telemarketing ma non alle famiglie. Ci sono oltre due milioni di utenti, soprattutto anziani, esasperati e stufi di ricevere telefonate importune a qualsiasi ora della giornata, soprattutto all’ora di pranzo e nelle prime ore pomeridiane che violano il loro diritto alla riservatezza.


Il codice di condotta. Le imprese di telecomunicazioni hanno reagito al nuovo regime varando un codice di autoregolamentazione della propria attività, a cui finora hanno aderito Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3G, Fastweb, BT Italia, Tiscali, Colt, Brennercom, Welcome, Sky-Telecare, Almaviva Contact, E-Care, Comdata e Visiant. Il testo introduce una serie di regole a favore dei consumatori, vietando le chiamate nelle ore serali e notturne dalle 21.30 alle 9, il sabato prima delle 10 e dopo le 19, la domenica e nei giorni festivi. L’accordo stabilisce, inoltre, che uno stesso numero non possa essere contattato due volte a distanza di meno di un mese e istituisce un comitato di garanzia, composto di 15 membri, che vigila sul rispetto delle norme.

Soddisfazione è stata espressa da Stefano Parisi, presidente di Assotelecomunicazioni – Asstel, associazione di categoria del settore telecomunicazioni: “Con il codice, il telemarketing si trasforma in uno strumento trasparente di promozione che rende il mercato più concorrenziale. Se attuato con modalità non invadenti e rispettose della privacy, diventa un valore anche per il consumatore”.

Maria Cipparrone


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->http://www.studiolegalecounselingcipparrone.it/]