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Appena è giunta la notizia della morte di Mike Bongiorno, subito tutte le televisioni nazionali, private e pubbliche, provinciali e regionali hanno colto l’occasione per un loro rilancio mediatico, facendo leva sul sentimento nazional-popolare di commozione ed ammirazione per questa icona dell’intrattenimento ludico che ha furoreggiato sul piccolo schermo per oltre un cinquantennio.- Non si vuole, in questa occasione, sfruttare l’evento alla ricerca di un fatua notorietà che si potrebbe acquistare con la stessa alea di un terno al lotto. Qui interessa considerare il Sig. Bongiorno sulla base dello sfruttamento della sua immagine quale insinuante comunicatore di massa, che penetra nel subconscio dei teleutenti, determinandone scelte, inclinazioni, mode, linguaggi, utilitarismi e piaceri di varia natura. E’ appena il caso di accennare alla qualità dei programmi televisivi di tutte le reti, ove impazzano giochi, quiz, premi, pokermanie; ma dove la vera cultura, quella con la ” C maiuscola” è bandita da più lustri. Che forse, qualche lettore, ancorché distratto, non si sia accorto che l’operetta è stata cancellata dalle reti Rai da oltre un quarantennio? Che, forse, non ci si è accorti che nessuna opera lirica viene più trasmessa? Che la grande prosa, o le grandi… PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



…tragedie della letteratura greca mancano dai nostri teleschermi da un quarantennio ? Che siamo privati ed esclusi dalle grandi mostre pittoriche e raffigurative? Che, forse, non risponde al vero che siamo privati dal godere spettacoli musicali di grande spessore classico e sinfonico; che siamo esclusi dall’ammirare i virtuosismi di eccelsi artisti del violino del pianoforte, del violoncello, degli strumenti a fiato ? che, forse, non risponde al vero che il giorno 8 dicembre dello scorso anno, in occasione della famosa e secolare tradizione della ” Prima ” alla Scala di Milano, il Sovrintendente, giustificò l’improvvisa sostituzione del tenore, ricordando al cronista che la Scala aveva impegni di trasmissione e collegamento con oltre 150 stazioni radio-televisive di tutto il mondo, ma non con la Rai che ritenne più proficuo culturalmente torturarci con la più insulsa delle trasmissioni, ” l’Eredità”, condotta da un adeguato, ripetitivo, scialbo, ossessivo presentatore ? Al quale, per sovrapprezzo, subito dopo il Telegiornale, fa seguito un altro invasato che entra gridando dallo schermo nelle nostre case per…..rompere scatole e svilire, così, quell’impegno di promozione culturale, morale e sociale al quale è chiamato il Consiglio d’Amministrazione della RAI ? Come dire che cambiano i musicanti, ma la musica è sempre la stessa. Questi, i risultati di un nozionismo che viene spacciato per cultura, che trae origine da quel ” Lascia o raddoppia “, che ebbe tanta fortuna, ma anche meriti, per quell’epoca, in un’Italia dove l’analfabetismo era al 60 %, in parte combattuto dalla figura dolce e suadente del Maestro Manzi: ma, vivaddio, dopo 50 anni, meritiamo di più, che l’arido nozionismo delle parole incrociate.- Mike Bongiorno è stato il il tratto d’unione di questo dominio mediatico e non sappiamo se lo abbia fatto scientemente o inconsapevolmente, dal momento che egli stesso, in tante interviste televisive insisteva sulla propria modestia, sulla propria umiltà, quasi ad esorcizzare una appena sufficiente cultura di terza media, che, invece, Umberto Eco stigmatizzò col noto scritto ” Fenomenologia di Mike Bongiorno “; col quale termine filosofico, l’autore ha ironizzato nel dare preminenza alla tesi dell’apparenza (fenomenologia), rappresentata dal Mike, rispetto alla ricerca della verità (alethiologia ).- E poco è mancato che ce lo ritrovassimo senatore a vita ; ma sarebbe stato il meno, dal momento che tale onorificenza è stata concessa ad un Agnelli, a un Pinin Farina o al sen. Colombo, con buona pace del grande Eduardo. L’evento morte è una costante, senza eccezioni, che appartiene alla natura umana; e proprio per questo, l’uomo la rifugge in mille modi, fra i quali, il più valido, resta l’impegno della mente tesa a conquiste sempre più alte vette ( e non solamente sorseggiando o bevendo Grappa ) : Ancora oggi non possiamo non collimare col giudizio che di sè stesso disse il grande poeta delle Satire : Orazio Flacco; che così si esprime in una sua celebre ode : ” non omnis moriar, quia exegi monumentum aere perennius ” ( non morirò del tutto, perchè la mia poesia è un monumento che durerà eternamente : più del bronzo)

Ed allora, se meriti ha acquisito Mike Bongiorno, essi passano attraverso l’effimero intrattenimento di giochi a quiz che, però, appassionano, purtroppo, ancora, milioni di telespettatori: ma ci deve pur essere un perchè ! Questa fenomenologia è proprio dei popoli che hanno subito l’oppressione di una tirannide, che sono stati spogliati della libertà di pensiero e di parola, che sono stati indottrinati in una ideologia fondata sulla potenza della forza e sul culto della personalità del dittatore, e noi italiani, in quel lontano 1952, eravamo appena usciti dal dramma della seconda guerra mondiale, tra le macerie delle città, quando ancora si mangiava qualcosa, e non tutti i giorni. Fu in quella circostanza che ogni telespettatore si impersonò, idealmente, con la signora Longari, o con Davoli, o con il farmacista toscano, con Marianini, quasi a vendicarsi della miseria e dei soprusi subiti ; ed il gioco appassionò al punto che le sale cinematografiche pregarono la RAI di spostare la trasmissione “Lascia o raddoppia” dal Sabato al Giovedì.

Certamente la televisione commerciale ha perso il suo migliore imbonitore, la cui immagine bonaria ed i suoi occhi languidi e cerulei proteggeranno, ancora, dall’alto dei cieli, le società telefoniche o le fabbriche di materassi : ma, tempo un paio di mesi, e di questo stakanovista del video resterà un flebile ricordo che sarà ravvivato, la prossima estate, negli spezzoni di ” Gran Varietà “, mentre, a noi pensionati di scarso reddito, ci toccherà rivedere, per l’11° anno consecutivo, il ” Commissario Rex ” e tutta la sequela di telefilm triti e ritriti di Poliziotti, Carabinieri, e commissari vari ( hanno resuscitato dalla tomba anche l’impomatato ispettore Derrik ), quasi a significare che, ormai, in Italia, esiste solo una lotta continua tra criminalità e forze dell’ordine; e quel che più amareggia, dobbiamo pagare anche un canone.-

I funerali del celebre Mike si sono svolti nel Duomo di Milano e abbiamo osservato gli sguardi attoniti che si sono scambiati, per l’occasione, Sant’Ambrogio e San Carlo Borromeo, non certo per la sacralità del rito funebre, ma per la passerella di personalità che vi sono convenute al fine di tonificare il loro ” apparire” più che l’essere: don Giussani e don Gnocchi non meritarono tanto sfarzo, ma meritano e meriterrano la gloria dei Grandi nel senso più foscoliano del termine.

Giuseppe Chiaia – preside

Settembre 2009.-