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…a teatro.


Venerdì 13 febbraio 2009, al teatro Garden in Rende, è stata messa in scena l’opera di Italo Calvino “Lezioni Americane”. Il manoscritto è diviso in cinque lezioni: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità e Molteplicità, che Calvino, avrebbe dovuto tenere nell’Università di Harvard nel 1985/86. Lo scrittore, purtroppo, morì prematuramente e non poté tenere nessuna di queste lezioni. In seguito fu la moglie Ester Calvino a volerle pubblicare intitolandole “Six menos for the next millenium” (Sei proposte per il nuovo millennio); sei in quanto l’ultima non fu mai completata, conoscendone soltanto il titolo: la Consistenza. Giorgio Albertazzi ha interpretato la Leggerezza accompagnato da una giovane attrice, che aveva il ruolo di una curiosa alunna. Il grande attore per spiegare in cosa consiste la Leggerezza ha citato opere e passi di scrittori e poeti che percorrono tutta la letteratura dal mondo classico a quello contemporaneo: iniziando con le “Metamorfosi” dell’elegiaco Ovidio, ha paragonato la leggerezza al mitico Perseo, che volava alto tra le nuvole sospinto dai venti. L’eroe sconfigge la Medusa tagliandole la testa per poi poggiarla con assoluta “leggerezza” su un tappeto di “ramoscelli nati sott’acqua”, i quali venendo a contatto con la Gorgone si trasformeranno in splendidi coralli. Nel suo excursus ha ricordato il “De Rerum Natura” di Lucrezio, che si sofferma sulla fisicità del mondo, su quelle cose che solo un poeta riesce ad osservare: “I granelli di polvere che turbinano in un raggio di sole in una stanza buia…”(II, 114-124). Ha poi confrontato Cavalcanti e Dante, soffermandosi sul Canto V dell’Inferno e sottolineando la leggerezza delle anime di Paolo e Francesca che sono sospinte dal vento: “Sì tosto come al vento a noi li piega…”(v 79). In seguito ha riportato alcuni passi di Shakespeare tratti da “Amleto” e “Romeo e Giulietta”: nel primo Mercuzio ha il desiderio di spiegare la propria filosofia di vita, narrandole come un sogno; mentre nel secondo è presente una mescolanza tra malinconia e humor, caratteristiche che rappresentano il personaggio principale. Numerose le citazioni di poeti tra cui Cyrano de Bergerac e Paul Valery, del quale ci ha maggiormente colpito ed emozionato un aforisma: “il faut etre leger comme l’oiseau, et non comme la plume” (bisogna essere leggeri come l’uccello e non come la piuma). Per concludere l’attore ha messo in evidenza “ineluttabile pesantezza del vivere” descritta ne “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Kundera. Anche in questo caso Calvino vuol far riflettere sulla leggerezza “provvisoria” delle cose che si rivelano inevitabilmente pesanti. Lo spettacolo è stato accompagnato da un armonioso violoncello che ha reso tutta l’atmosfera più magica e forse ci ha anche proiettato in un’altra epoca, ci ha spinto a riflettere su quanto gravino la pesantezza, l’inerzia, l’opacità del mondo, aspetti che danno alla vita dell’uomo la gravosità.

Federica Cerrella II C – Ester Perrotta II C