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Alberi alti più di 50 metri e con le radici fuori dall’acqua!



Nelle regioni calde ed umide dell’Equatore le piante crescono rigogliose e numerose e danno vita alla foresta pluviale, un ecosistema molto complesso che ospita più della metà degli organismi viventi presenti sulla terra. Gli alberi più alti superano i 50 metri di altezza e i loro rami si estendono tutt’intorno per decine di metri. Più in basso altri alberi fittamente intrecciati, formano la volta della foresta. Tra la volta e il suolo, nella penombra, piante rampicanti, liane, alberi, arbusti, rendono la foresta spesso impenetrabile.

Nelle foreste pluviali cadono in media 1500-4000 mm di pioggia ogni anno e la temperatura oscilla tra i 25° e i 35° C.

In 100 mq di foresta pluviale, si possono trovare da 80 a 200 specie diverse di piante. Tra queste ricordiamo: la mangrovia che cresce nelle acque salmastre alla foce dei fiumi. Le sue radici si sviluppano in parte fuori dall’acqua, creando eccezionali strutture ad arco in mezzo alle quali vivono pesci ed uccelli. Le epifite sono piante che vivono sui rami di altri alberi; le loro radici pendono libere e assorbono l’umidità dall’aria. Ad esse appartengono le orchidee. Nello strato inferiore della foresta pluviale trovano il loro habitat le felci che prediligono l’ombra e l’umidità.

Molti mammiferi che popolano la foresta pluviale si sono adattati a vivere sugli alberi e a muoversi da una pianta all’altra alla ricerca del cibo.



Degna di nota, comunque, l’osservazione in base a cui, le preziosissime Foreste Tropicali Pluviali sono distrutte (con un ritmo di 8000 mq al secondo!) da disboscamento, incendi dolosi, inquinamento: in breve, dall’Uomo. Le conseguenze più preoccupanti sono:

  • L’estinzione di moltissime specie viventi e la perdita di biodiversità, che sconvolgono gli ecosistemi e impoveriscono le possibilità di ricambio del patrimonio genetico di tutti gli altri esseri viventi;
  • il riscaldamento della Terra, dovuto all’incremento d’anidride carbonica, che ci porta verso la catastrofe climatica finale, di cui oggi stiamo assistendo ai primi segni.


Rosa Maria de Pasquale ( Biologa – docente di anatomia, fisiologia e igiene)