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Attenzione, considerazione, riguardo per le persone.


 

Counseling – 3

“Il rispetto non è ossequio, deferenza, riverenza. E’ attenzione, considerazione e riguardo per le persone, le istituzioni e le cose. E’ la prima categoria di ogni forma educativa che non può essere insegnata, ma che si apprende con l’esempio, la prassi, l’imitazione e l’identificazione”.

Leggendo questo pensiero del dott. Giuseppe Staffolani (psicologo e psicoterapeuta) sono rimasta colpita dalla sua corrispondenza con le mie idee sul concetto di rispetto. E’ questa un’affermazione che, tra le altre cose, coglie appieno l’equivoco in cui quasi sempre si cade quando si parla di esso. L’ossequio, le deferenza e la riverenza, spesso infatti usati come sinonimi di rispetto, sono in realtà concetti che presuppongono una qualche forma di soggezione e talvolta anche una differenza di posizione nella scala gerarchica. Ancora oggi in molte culture quando si parla di rispetto ci si riferisce per l’appunto ad atteggiamenti reverenziali o di sottomissione sovente dettati dal timore che si prova verso qualcuno.

In realtà, il rispetto nel suo significato più vero è attenzione, considerazione e riguardo innanzitutto verso se stessi e poi, come afferma il dott. Staffolani, verso le persone, le istituzioni e le cose. Rispettare se stessi significa capirsi, accettarsi, amarsi e avere cura delle proprie esigenze e dei propri bisogni. E’ questa una conquista interna ad ogni individuo che non può prescindere dal raggiungimento di una forma di egoismo positivo. Per star bene con gli altri è necessario star bene con se stessi: affinché ciò avvenga, occorre avere piena considerazione di quello che si è, senza per questo svalutare gli altri. L’egoismo positivo è il risultato, quindi, di una profonda maturità raggiunta dall’individuo che prende, col tempo, coscienza del fatto che pensare prima di tutto a se stesso non è qualcosa di negativo, se fatto nel modo giusto.

Il rispetto verso se stessi è condizione necessaria perché ci sia rispetto verso gli altri. Ancora, il dott. Staffolani afferma che il rispetto, quale “prima categoria di ogni forma educativa”, non può essere insegnato. Esso, al contrario, si apprende con l’esempio e dipende, tra le altre cose, anche da ciò che l’individuo ha ricevuto dagli altri: dal modo in cui è stato considerato meritevole di riguardo, in qualità di persona. Il dizionario della lingua italiana definisce il rispetto un “comportamento dettato dalla consapevolezza del valore di una persona o di una cosa”. Comportamento, a mio parere, indipendente da concetti quali unicità ed eccellenza. Ciascuno di noi, infatti, dovrebbe avere sempre il massimo rispetto per se stesso e per gli altri a prescindere da ciò che si è e che si fa.

a cura di Emanuela Ambrogio