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Ci approssimiamo all’ autunno, ma consentitemi di fare una riflessione che poco c’entra con questo periodo. Per qualche strana alchimia, in Calabria, alla fine della stagione estiva, il mare diventa cristallino, non rimanendo traccia alcuna, (almeno apparente) di quell’inquinamento che ha riempito gli ospedali di mezza costa tirrenica a causa delle tante infezioni verificatesi ai danni dei bagnanti. Cari lettori la questione è molto seria, in quanto, dalle nostre parti, le cose evidentemente, funzionano alla rovescia. Mi spiego meglio, perché vorrei cercare di capire insieme a voi il motivo di tanta dabbenaggine. Durante tutto l’arco del periodo estivo, appena trascorso, abbiamo assistito ad uno spettacolo veramente offensivo: il mare, o, per meglio dire i nostri due mari, si sono presentati all’appuntamento con i bagnanti in condizioni vergognose e al limite della balneabilità; dallo ionio al tirreno sono piovute le più varie lamentele e, per così dire, alcune irripetibili e intense “maledizioni”, da fare sentire ogni vero calabrese veramente mortificato. Quello che, però, dovrebbe infastidirci maggiormente è rappresentato dal fatto che, come ogni anno, sempre le solite isole felici risultino esenti da tali problematiche; mi riferisco ad esempio, alla zona compresa tra le località di Pizzo e Capo Vaticano, per quanto concerne il tirreno, mentre quella tra Botricello e Copanello, per quanto riguarda lo Ionio. Penso venga spontaneo domandarsi il perché di una tale curiosa situazione, o no? Ma la problematica più affascinante rimane quella che nel pieno della stagione estiva che, poi, dalle nostre parti, si riduce a soli venti giorni, il mare diventi, fino a prova del contrario, impraticabile mentre, a stagione finita, cioè dai primi di settembre, verrebbe voglia di berla quell’acqua…eppure trattasi dello stesso mare! Non definitemi pesante ma, proprio, non riesco a spiegarmelo! A questo punto se da un certo periodo dell’anno, stando a quello che vediamo con i nostri occhi, il mare può essere pulito, anzi, cristallino, evidentemente esistono gravissime responsabilità da parte di qualcuno che avrebbe dovuto fare qualcosa che, chiaramente, non ha fatto. Certo, non è nostro onere quello di rintracciare i colpevoli di tale situazione bensì delle autorità competenti alle quali giriamo queste nostre ultime osservazioni, al fine di fare la chiarezza necessaria su questo strano mistero che, forse, tanto misterioso non è! La cosa più vergognosa è rappresentata dal fatto che qualcuno si ostina a fornire dati che vorrebbero confutare, senza però riuscirci, ciò che abbiamo davanti agli occhi; del resto si è arrivati a sbandierare dati entusiasmanti in merito alla presenza di turisti in Calabria quando sappiamo bene che la realtà alberga in altro luogo…se è così che si vuole far decollare una Regione in crisi d’identità non mi resta che chiudere con una frase mutuata da una canzone di Daniele Silvestri che recita testualmente : ” più in basso di così non ci resta che scavare”