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Al peggio non c’è mai fine…


Dopo un’abbondante scorpacciata del Gianni Morandi – che ci ha ossessionato per oltre tre mesi con le sue canzoni continuamente riciclate – speravamo in un rinnovamento degli spettacoli di varietà, almeno per il sabato sera;

ed invece…

Ed invece, il dubbio che lentamente si è fatto strada nel pubblico televisivo, a partire dalle trasmissioni della “Lotteria Italia” è divenuto certezza con l’esordio di Claudio Amendola in “Amore Mio…diciamo così”.

Tanto per chiarirci: se si considera la messa in scena del programma con il Morandi, il tutto si è svolto all’insegna della parsimonia; e ciò, considerata l’austerity che regna in Rai, non guasta, per cui il buon Morandi ha impegnato, fino al collasso, le sue corde vocali; la Cuccarini ha rispolverato una carica ginnico-agonistica che, spesso, ci ha fatto temere per la sua incolumità; la Cortellesi, spigliata, simpatica ha saputo dominare la scena, anche se la sua volatile fisicità era, in definitiva, il sintomo di uno spettacolo all’insegna…..del risparmio.


Ed allora, ecco apparire il Claudio Amendola !!!

Voglio dire che in RAI, ormai, è tempo di vacche magre.

Dopo gli sprechi della gestione Zaccaria – che hanno raggiunto il “top” con le “15 mila caz…te del Celentano (a proposito, avete notato che in tutte le puntate il Celentano non si è mai staccato dal microfono-auricolare, nemmeno durante i “suoi” centellinati monologhi?) – la RAI del Prof. Baldassarre (che, al contrario del suo omonimo fra i Re Magi non ha portato né oro, né incenso, né mirra ) ha stretto la borsa e noi telespettatori ci dobbiamo accontentare, nel varietà del Sabato, di uno show-man che stona quando canta, con chiari sintomi di enfisema, senza nessuna “verve” nei dialoghi, impacciato nel ballo, scadente nella recitazione, per niente affascinante, in tutto e per tutto somigliante agli sbiaditi personaggi che interpreta nei suoi mediocri film e telefilm.


Tutto ciò ha una sola spiegazione: il “cachet” offerto dalla RAI non ha allettato né un Proietti, né un Fiorello, né un Panariello, e visto che la piazza non offriva altro, ci si è accontentati del Claudio Amendola; o meglio: l’Amendola si è contentato dell’ingaggio.

Di questo passo, saremo costretti a disdire gli abbonamenti alla TV perché la nostra pazienza ha raggiunto il massimo della sopportazione; sono anni che siamo condannati a sorbirci soap opere, insulsi e scadenti telefilm, programmi di intrattenimento scialbi e ripetitivi come “domenica in”, “l’altra domenica”, “l’eredita” di Amadeus, “il Maurizio Costanzo show”, vari programmi culinari, in uno dei quali c’è un personaggio piuttosto anziano con chiari problemi di prostata; e che dire dei “fatti vostri” o di “C’è posta per te”, della Deusanio , di Michele Cucuzza ( il cognome è tutto un programma ), dell’affettato Giletti.

Che nostalgia, invece, delle grandi serate di prosa, mirabilmente organizzate da registi di grande fama e cultura degli anni ‘60/’70; e che dire delle fantastiche serate del sabato sera come “Senza Rete” “Napoli contro tutti”, con cantanti, attori, e comici come W. Chiari, Peppino De Filippo, Totò, Gianni Agus, R. Vianello; oggi, invece, volgarità, turpiloquio, sedicenti imbonitori di oroscopi, tengono banco, purtroppo, a nostre spese.


Unico ristoro audio-visivo è dato da apprezzati programmi scientifici come: “La Macchina del Tempo” – ” Solaris” – “Geo & Geo ” – ” Sfera” , e su tutti, si eleva P. Angela e figlio, purtroppo poco apprezzati perché poco pubblicizzati.

Ci mancano i concerti, la lirica, le operette, i balletti classici, le visite guidate nelle più famose pinacoteche, la propagazione e la recitazione del florilegio della nostra grande letteratura.


Benigni, con quel suo spettacolo “l’ultimo del Paradiso” ha sfondato per indice d’ascolto; cosa aspettano il C. d. A. della RAI e Mediaset a rinnovare i propri servizi , ma, soprattutto, a rinnovarsi nelle idee?

Giuseppe Chiaia ( preside )