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C’è vita… sulla roccia!



La storia più antica della Terra è racchiusa nei fossili, resti pietrificati di piante ed animali vissuti milioni di anni fa e conservati nelle rocce. Tra gli strati di fango e sabbia, che nel corso di milioni di anni si sono solidificati fino a formare le rocce, sono rimasti intrappolati corpi di animali morti, conchiglie, gusci di uova, frammenti di piante, che si sono trasformati anch’essi in roccia. Alcuni fossili invece, si sono conservati nel ghiaccio, nel catrame o nell’ambra. Grazie allo studio dei fossili, gli scienziati hanno potuto ricostruire la lunga storia della Terra, con i suoi ambienti e le forme di vita animale e vegetale ormai scomparse. Dalle ossa hanno potuto capire la forma e le dimensioni dei dinosauri, dai denti la loro alimentazione e dalle impronte l’andatura e la velocità di questi primordiali animali.

Quando un animale muore, i suoi resti vengono consumati da iene, sciacalli e avvoltoi e decomposti da insetti e batteri. Il suo scheletro si consuma per l’azione del sole, della pioggia, del gelo e diventa parte del terreno. Anche ai dinosauri e agli animali preistorici accadeva questo. Ma, se il corpo dell’animale giace sul fondo del mare, di un lago o di una palude, se viene sepolto dal fango, dalla sabbia o dalle ceneri di un vulcano, il suo scheletro, protetto dall’azione dell’aria, si trasforma, nell’arco di milioni di anni, in roccia. Le sostanze minerali, infatti, riempiono le parti porose delle ossa, oppure si sostituiscono a esse, trasformandole in pietra. Milioni di anni più tardi, in seguito ai movimenti della crosta terrestre e all’erosione, il fossile può riemergere in superficie.