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Correva l’anno 2001, più precisamente il 14 luglio, quando, a Marina di Sibari, rinomata località turistica calabrese che si affaccia sul mar ionio, si verificava un evento straordinario, un’assise generale di particolare rilevanza: lo ionio cosentino, infatti, si radunava per lanciare una controffensiva istituzional-popolare ai danni di Trenitalia S.p.A., rea di aver abusato della nota pazienza degli abitanti di quelle zone, provvedendo a sopprimere, con estrema non chalances, numerose stazioni ferroviarie, cancellare treni a lunga percorrenza e cambiare gli orari in modo da arrecare ai tanti pendolari che, quotidianamente ne usufruivano, notevoli disagi. Da quell’assise, emergeva, forte, da parte delle Istituzioni e della gente dello ionio, la voglia di riscatto dopo l’ennesimo schiaffo subito! In quell’occasione furono dette tante parole e gli impegni assunti non si riusciva più a contarli, l’on. Geraci si fece portavoce del malcontento generale portando la vicenda in Parlamento, attraverso lo strumento dell’interrogazione Parlamentare, le premesse c’erano tutte per permettere a qualcuno di credere, e non solo di sperare, che le cose potessero cambiare. Ma Trenitalia, con la sua logica manageriale che non può sposare le esigenze senza portafoglio, provvedeva, con tempestività, a disilludere tutti, tenendo un atteggiamento di distacco in merito all’intera vicenda se il cittadino utente doveva affrontare un viaggio alla ricerca di una stazione ancora funzionante, levandosi alle 5 del mattino per poter salire su un treno e, magari, per potersi recare sul posto di lavoro, questo, in fondo, ma molto in fondo, rappresentava solo il “piccolo sacrificio” chiestogli in nome di una ristrutturazione e di una paventata efficienza di cui, ancora oggi… PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


…solo i dirigenti della società erano e sono a conoscenza…dal momento che i servizi offerti e la tanto decantata qualità sono ben lungi dall’essere degni, addirittura, di un paese del terzo mondo. Queste, in breve, tanto per non inasprire ed offendere ulteriormente la gente dello ionio cosentino, le motivazioni che hanno spinto l’associazione Neutrergon onlus ( movimento per la tutela dei diritti umani) ad indire, con questa scellerata società per azioni, un lungo braccio di ferro, peraltro, ancora in essere! E proprio dietro sollecitazione della Neutrergon ONLUS, Trenitalia S.p.A., finalmente, è uscita dal silenzio dietro il quale si è celata per molto, troppo tempo, rispondendo per mano del dott. Scattone, (responsabile delle relazioni esterne delle ferrovie dello stato, di cui si conserva copia del documento) secondo il quale, così facendo,( contrariamente a quanto affermato da un intera popolazione), si era riusciti ad ottenere un complessivo miglioramento degli standard qualitativi del servizio ferroviario con un efficiente ridistribuzione del numero dei treni offerti! Oltre al danno anche la beffa! Ora come allora riformuliamo, al più alto dirigente di Trenitalia, l’invito a viaggiare, ovviamente in incognito, sulle splendide carrozz..elle messe a disposizione degli utenti comuni per valutare, di persona, l’elevato livello qualitativo offerto da una parte ma, subito dall’altra…ora, come allora sarà utile mostrarsi ancora compatti per fare sentire una voce sola contro questa vergogna.. si invitano, ancora una volta le Istituzioni a partecipare alla nuova crociata, crociata armata dalla buona volontà di chi, per ottenere i risultati sospirati, non smetterà mai di lottare….lo ionio cosentino lo merita..Trenitalia lo DEVE, dal momento che gli Euro calabresi sono uguali a quelli del triveneto o della Lombardia o della Toscana. Si vocifera che il piccione viaggiatore immortalato nelle pubblicità di Trenitalia, una volta viste le carrozze e la linea ionica cosentina, abbia preferito l’uso delle ali piuttosto che accomodarsi sulle sporche poltrone e per scendere chissà dove.. però per scendere bisogna pur salire..già, ma quale sarà la prima stazione utile? Intelligenti pauca! Questo editoriale rappresenta, a parer nostro, un omaggio dovuto all’operato della Neutrergon ONLUS che, da anni opera sul territorio proprio a tutela di quei diritti umani tanto paventati e poco rispettati nella loro poliedrica espressione.