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Ed eccoci giunti alla terza puntata della nostra trilogia incentrata sulla crisi israelo -palestinese in principio ci si era illusi che il nuovo progetto di pace o “Road Map”, come viene definito dagli esperti del settore, avesse potuto “traghettare” questa martoriata area del mondo verso una auspicabile pacificazione, ma, stando alle notizie che rimbalzano da un’agenzia all’altra e osservando le immagini che ci vengono sottoposte dai canali di informazione, l’illusione sta progressivamente, lasciando il posto ad una realtà molto diversa da quella che tutti avremmo voluto vivere! IL mondo, ora, si interroga se il fiore della pace colto, speranzosamente, a Gerusalemme nel mese di maggio, stia appassendo velocemente nella canna di quei fucili che avrebbero dovuto tacere per sempre ma che, invece, hanno ripreso a tuonare con sempre maggiore violenza! La situazione sta progressivamente degenerando e le speranze di una pace che sembrava così vicina, quasi ed insperabilmente, dietro l’angolo, vanno dissolvendosi, attimo per attimo, sotto le macerie fumanti dei molteplici e sanguinosi attentati di Hamas, come sotto la pioggia di missili con la stella di Davide che, oltre al cemento, cancella, per sempre, le vite umane, che, nella maggior parte dei casi, sono del tutto estranee al terrorismo e alla violenza, benché, da queste parti, l’integralismo regni sovrano. Gli ultimi avvenimenti, che hanno sconvolto il mondo per l’odio e la ferocia con i quali sono stati compiuti (da una parte e dall’altra),hanno spinto il portavoce della casa Bianca ad esternare l’esigenza di un immediato invio di truppe di pace…PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



…sotto l’egida dell’organizzazione delle Nazioni Unite, che impongano un cessate il fuoco ai contendenti, i quali, sembrano non risparmiarsi nell’affannosa ricerca di colpire il nemico nella maniera più crudele e sanguinosa possibile. A testimonianza di quanto appena scritto sulla difficoltà di dialogo pacifico tra le parti in causa, riportiamo integralmente la notizia del secco rifiuto di “Hamas” ad un cessate il fuoco richiesto dalla comunità internazionale, il portavoce di questa malsana organizzazione di morte, come “Hamas” viene definita dagli stessi palestinesi, cioè da coloro i quali vorrebbero finalmente vedere la luce di una pace duratura al di là del tunnel di morte e distruzione in cui questa popolazione è costretta a vivere senza alcun riparo e da tempo immemorabile, ha seccamente affermato” Ci opporremo fino all’ultimo uomo perché siamo sotto occupazione del nemico invasore”! Questo il clima che si respira, al momento, in quest’area geografica…questo il bilancio delle due ultime settimane 10-11-12 giugno la cittadina israeliana di Sderot è stata colpita da missili classe “qassam” provenienti dai territori palestinesi quattro i morti e dodici i feriti; giorno 11 maggio Gerusalemme è stata scossa da un violento attentato targato “Hamas” pesante il bilancio 17 i morti e 70 i feriti; 13 maggio a Neve Zuf, nei pressi di Ramallah un automezzo israliano è stato distrutto dalle “Brigate dei martiri” costola di “AL Fatah”, 1 morto e 2 colone ferite; a tutto questo sangue sparso, si dovrebbe aggiungere, poi, quello causato dalle ritorsioni israeliane a base di missili e cannonate che non citiamo per non essere costretti a dover tirare il tragico bilancio di vite umane causato da questa assurda situazione senza via d’uscita. Alla fine di questa nostra trilogia possiamo affermare che la “Road Map” rappresenta una pergamena intrisa di sangue, un percorso in salita colmo di insidie e disseminato da mine ad elevato potenziale, il nostro augurio è che questi due popoli possano un giorno dialogare ognuno sotto la propria bandiera di appartenenza ma scevri da tutto quell’odio che, da anni, sta insanguinando un territorio che avrebbe il diritto di vivere in pace…è strano, però, che nel punto geografico di partenza e di incontro delle più importanti religioni del mondo, cosiddetto, civile, religioni il cui credo più significativo è basato sulla convivenza pacifica e sull’altruismo, si debba assistere alla mortificazione della vita umana, all’esercizio del culto del nazionalismo, allo spregio dei messaggi delle proprie istituzioni religiose, in nome delle quali, troppo spesso e falsamente, si commettono atti atroci….che senso ha, allora, ricordare, periodicamente, gli orrori dei precedenti conflitti se non si riesce ad impararne la lezione?