le riflessioni di un telespettatore sul reportage del viaggio di un Giornalista alla scoperta dei sentimenti di coloro che vivono lontano dalla propria terra.
Ancora una volta – è, questo, il 4° viaggio – Pino Gigliotti va a fare visita ai tanti calabresi di Cosenza e provincia residenti da oltre 10 lustri in Canada; e, precisamente, in quel di Toronto, città dell’Ontario che fa da cornice alle maestose cascate del Niagara, propaggine suggestiva del più importante fiume del Canada: il San Lorenzo.-
Il servizio giornalistico che Pino ci ha proposto dalle emittenti T.E.N. ( attualmente presente su questo web-magazine con i video del reportage, nella sezione ” GigliottiShow” ) ha, per proscenio, alcune abitazioni di nostri connazionali; le interviste sono volutamente semplici e spontanee, spesso occasionate da un dialogo che si svolge in ambiti familiari e parentali.
Ma, non può sfuggire il profondo significato sociale che caratterizza questo viaggio.
Infatti, Pino Gigliotti – unitamente al fido e capace regista-cameraman Enzo Leonetti – rende, non solo, un grande servizio mediatico, teso a rinsaldare, anzi, a mantenere vivo, il legame che avvince la comunità calabro-canadese e la di lei terra natìa, ma, soprattutto, fa rinascere e rinverdire il nostro dialetto; nel contempo, richiama alla nostra memoria la denominazione di alcune nostre contrade di Cosenza con i suoi casali ed altri comuni a noi limitrofi; oltre che sostenere quella cosentinità, la cui nostalgia riaffiora nelle riprese, apparentemente gioiose dei vari personaggi che, in definitiva, non riescono a nascondere un rimpianto accorato delle proprie origini.
Allorché, dal lontano Canada, si sentono denominazioni come: Portapiana, Caricchio, Via Popilia, Celico, Mendicino, Cerisano e via dicendo, allora la distanza oceanica si annulla ed un bisogno di conterranea fratellanza ci avvolge.
E Pino, con certosina pazienza, pur rischiando una ossessiva ripetitività ben celata nel suo contagioso sorriso, esorta i nostri conterranei ad esprimere i loro auguri natalizi e saluti ai rispettivi parenti calabresi: “a chi vuoi salutare ?” – “che messaggio augurale vuoi inviare ?”
e gli intervistati, impacciati dalla telecamera che li ritrae, riescono a farfugliare, in un italiano che vuole mitigare la durezza fonetica della nostra” parlata “:
“saluto i’ zii, i cugini, le mie sorelle, i miei fratelli” e giù, una sfilza di nomi e cognomi che riaccendono antichi legami, che rinnovano quell’abbraccio col quale i nostri emigranti, spinti dalla necessità e dalla miseria, avevano repressi singhiozzi e lacrime e che rassomigliava, tanto, ad un “addio”.
Anche noi, da queste pagine elettroniche, ricambiamo quegli auguri e quei saluti, se non altro, per la soddisfazione che i nostri “Lari”, pur riaccesi in una terra lontana e fredda, continuino ad alimentare ancora la memoria e i cari ricordi che sono, poi, la vera poesia del cuore.
Giuseppe Chiaia ( preside )

Fine Letterato, Docente e Dirigente scolastico, ha incantato generazioni di discenti col suo vasto Sapere. Ci ha lasciato (solo fisicamente) il 25 settembre 2019 all’età di 86 anni. Resta, nella mente di chi lo ha conosciuto e di chi lo “leggerà”, il sapore della Cultura come via maestra nei marosi della Vita