Posted on

Il grillo parlante si sa, quando “esterna” può produrre disagio ma, alla fine, dimostra di avere ragione. Anche questa volta, rifiutando ogni tipo di integralismo, riteniamo che abbia fatto centro…anche se con un po’ di rumore!


Una vita frenetica, priva di valori sani, rispettosi della propria identità, individualità e collettività, rispettosi della vita stessa e di quella natura che, pazientemente, ancora ci risparmia la giustificata collera per lo scempio da noi “esseri superiori” creato.

Un’esistenza sicuramente all’insegna dell’egoismo negativo, una corsa contro il tempo verso un traguardo fallico, ma certamente affascinante: il potere, il denaro.

Ci definiscono un paese cattolico, cristiano, abbiamo in casa il tempio, la città, il simbolo della fede, della ricerca e cura dell’anima: “il Vaticano”; appunto, il simbolo perché solo l’idea ne è rimasta.

Un luogo che sa di setta, detentrice di banca, radio, case editrici, possedimenti terrieri, palazzi, che ha le “mani in pasta” in affari, politica, cultura, informazione e si autolegittima in nome di un Dio che descrivono e diffondono in base a scritture da loro interpretate, trascritte, tramandate nei secoli, delle quali, operate le dovute cernite, ne sono state rese pubbliche pochissime e il resto giace in segretissimo segreto.

Viene gelosamente custodito in biblioteche inaccessibili, soprattutto a chi, dall’oblio di dettami fuorvianti dal vero senso della vita e della vera natura dell’uomo, vuole distaccarsi sulla base di verità e logica e, su conoscenza di fatti reali, decidere, liberamente scegliere, la propria condotta e le proprie convinzioni.

Scelte, parliamo di scelte signori, individuali, libere e coscienti, atte a soddisfare i veri bisogni, quelli necessari alla realizzazione, all’affermazione della propria persona per godere delle soddisfazioni e del rispetto, della completezza che solo l’autostima e l’autogestione riescono a darci.

Si è detto, però, nel rispetto degli altri poiché quanto più questo è vero e reale tanto più ne consegue l’oggettività della libertà individuale e la sua necessaria consequenzialità.

Questo è un piccolissimo scorcio di ciò che è, e come invece dovrebbe essere, ma la rabbia che provo oggi è data dalla messa in pericolo o solo in discussione del processo di evoluzione, di miglioramento a cui ogni essere pensante deve aderire e contribuire, dalla costrizione di dover difendere anche quello che non va perché comunque faticosamente conquistato.

Abbiamo singolarmente e collettivamente lottato e ancora lottiamo per raggiungere livelli sempre più alti di civiltà; per il loro raggiungimento paghiamo prezzi altissimi sulla nostra quotidianità in tutte le sue componenti, dalla sfera affettiva a quella sociale e del benessere psicofisico.

Definiteci pure una “società di stressati” che ha perso di vista il vero senso della vita o forse non lo ha mai trovato perché mai lo ha cercato, ma le accuse diventate offese, crudelmente concretizzate da minacce in atti terroristici da un cumulo di medievali egocentrici, possessori di quella follia che solo gli ignoranti, eruditi da dispotici e rigidi “lavaggi del cervello”, prede di vane promesse di paradisi popolati da vergini disponibili a numero infinito in cambio della vita, resa dalle loro regole e convinzioni, dall’orgoglio, la presunzione e il delirio dell’onnipotenza maschile così rigidamente frustrante e inutile che io stessa non vedrei l’ora di fuggirne per un, anche solo ipotetico, Paradiso attesa, però, da sette galanti e bellissimi uomini magari anche con un po’ di cervello in più di quanto loro mostrano di averne.

Sono stufa di essere buona, stufa della tolleranza nei confronti di chi mi definisce ” sporca infedele”, di chi mi vorrebbe uccidere perché parlo, esprimo concetti e comunico, con gesti e comportamenti, la mia personalità faticosamente riconosciuta, creata con esperienze di vita in una società civile, e tale, perché garantisce la possibilità dello sviluppo individuale e s’indigna quando ciò non avviene.

Sentire accusate e minacciate la civiltà, la libertà per ogni individuo, qualunque siano le sue idee o il colore della sua pelle, principi per cui noi si è già combattuto e ancora si combatte per migliorare, mi fa arrabbiare. Siete orgogliosi della fede islamica, del suo integralismo, delle sue costrizioni, delle sue differenze razziali, della sua limitata visione della vita, delle cose e del mondo, del suo ottuso assolutismo, della sua arroganza!?

Siatelo, ma non esagerate…!

Lasciate che questo sporco, ma civile occidente rimanga tale, non vi preoccupate del nostro benessere, dei nostri costumi, delle nostre donne dipinte, denudate e della loro voglia di mostrarsi col fisico e con la mente.

Non vi preoccupate se non ci inginocchiamo cinque volte al giorno per pregare un Dio che a conoscerlo avrei proprio voluto farci una bella chiacchierata, despota e classista, poiché è così che appare dal comportamento di chi ne segue gli insegnamenti. Dicono: “il Corano predica tolleranza, pace, garantisce tutti e rispetta le donne”, dicono tante cose, troppe, ed io sono stanca di ascoltarle.

Basta, basta col cercare di capire, comprendere, valutare, tenere conto che…, basta col farsi carico di quelle ingiustizie volute e cercate a scapito di altri che invidi, forse, ma non riesci a raggiungere e quindi uccidi. Uccidi la tua vita e la loro, loro che non hai mai visto, che non conosci e non conoscerai mai; la tua inconsapevole ignoranza te lo impedisce, sei troppo impegnato a farti trovare in ordine e pulito, visto i cambi di vestiario previsti, nel “paradiso delle vergini”.

Della morte non si sa nulla, nessuno è mai tornato indietro, ahimè, ma spero che codesti folli, rincoglioniti dal desiderio di essere scopati da codeste fanciulle, intoccate e inviolate, sempre in attesa del maschio di turno schiantatosi, in nome di Allah, da qualche parte procurandosi il passaporto per questo illusorio e assurdo viaggio, un attimo prima di passare a miglior vita, abbiano la consapevole e reale percezione che sono stati abilmente raggirati.

Insomma, volete vivere nell’ingiustizia sociale, mettere le vostre vite nelle mani dell’assurdo, annullarvi nell’oscurità di quattro metri di stoffa, censurare i pensieri, la fantasia, le idee e rimanere chiusi nei limiti della vostra ignoranza e crudele restrizione: bene, fate pure, perché no, del resto ognuno è libero di vivere come vuole nel rispetto degli altri, noi occidentali siamo una società civile, con tantissimi difetti e colpe, ma civile e quindi rispettiamo le vostre scelte.

Ammazzatevi pure, dilaniatevi, tanto vi aspettano le vergini, ma per favore, non invadete i nostri spazi, le nostre vite, la nostra organizzazione sociale, i nostri usi e costumi, le nostre abitudini, i nostri piaceri e desideri; se non vi piacciono, pazienza, faremo a meno del vostro consenso e che ognuno rimanga nella pace delle proprie convinzioni in una pacifica convivenza.

Ma questa è utopia, poiché solo i paesi civili sono in grado di rispetto e non si esprimono, anche se trascinati in una sporca guerra, in epiteti e definizioni da “sporchi infedeli”. Mi riconosco la possibilità di indignarmi al momento giusto per una causa più che giusta, uscendo fuori dal coro di una ipocrita tolleranza e cecità per esprimere, con coraggio, verità e rabbia. Aprite gli occhi, indignatevi di più, molto di più, e lottate quando mettono in pericolo la vostra, la nostra: LIBERTA’.

Dora Principe