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Essere normali è il requisito fondamentale per essere dei buoni genitori? Ma cos’è la normalità? Un parametro dato dal quoziente d’intelligenza o piuttosto una vita felice fatta di cose semplici ma vere?




Mi chiamo Sam è la storia di un padre che a causa della sua “anormalità”( un Q.I. pari a quello di un bambino di 6 anni) per la “realtà” della legge non è in grado di crescere la propria figlia che invece potrebbe avere una vita “normale” se data in affidamento ad una “vera” famiglia.

Uno strepitoso Sean Penn interpreta il ruolo di Sam Dawson, e il cinema americano ci riprova affidando ad un grande attore (come aveva già fatto con Roberto De Niro per Risvegli e con Dustin Hoffmann per Rain Man) il ruolo sicuramente non facile di un personaggio ritardato mentalmente, ma dotato (aldilà del suo Q.I.) di una estrema sensibilità che molto probabilmente gli consentirà di portare a casa (così come i suoi predecessori) l’ambito Oscar.


Sam per convincere i giudici che è in grado di essere un buon padre ha bisogno del miglior avvocato e si rivolge allo studio “che ha il miglior annuncio sull’elenco telefonico”.



Nell’elegante studio legale si incontra con l’avv. Rita Harrison (Michelle Pfeiffer),la quale prima cerca di liquidarlo perché non è in grado di pagare e poi per scommessa accetta invece il caso “probono” ovvero gratis.


La storia di per sé scontata (anche l’avvocato ha un figlio di sette anni che però trascura per la carriera) è sorretta dall’interpretazione di un cast notevole, la Pfeiffer riesce a dipingere perfettamente la figura della donna in carriera che nasconde dietro l’apparente freddezza una grande fragilità e che riuscirà a riscoprire i veri valori della vita proprio grazie all’impacciato o se vogliamo handicappato Sam.

Ed è proprio questa contrapposizione, il momento di riflessione del film: la contrapposizione tra la “normalità” della gente comune che presa dalla frenesia del lavoro ricompensa con regali la propria assenza e l’anormalità
di una vita “frenata”, nella quale si trova il tempo per leggere con amore insieme alla propria figlia, per farla addormentare, la favola “Pomodori verdi al Prosciutto del Dottor Suess” in cui il protagonista si chiama Sam proprio come il protagonista del film. Noi lo segnaliamo per chi vuole lasciarsi commuovere senza rinunciare a sorridere. “Gli scarafaggi vivono da soli o in gruppo e se in gruppo cosa fanno?” “Fanno i Beatles”, è una battuta di Sam, e sono proprio i Beatles a fare da filo conduttore all’intero film oltre che da colonna sonora.

Vale la pena segnalare oltre l’interpretazione magistrale di Sean Penn e della brava Michelle Pfeiffer anche quella della stupefacente Dakota Fanning nel ruolo di Lucy e degli amici “speciali” di Sam che colpiscono per la loro semplicità.

Da vedere.

Marilena Dattis