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Sono sempre alla ricerca di qualcosa. Scrivo e non so più a chi rivolgermi. In altre pagine avevo affrontato il tema della fede cercando di dare un senso ai valori spirituali della nostra vita, scrutando se, dopo quella terrena, ve ne sia un’altra.

Purtroppo, ancora oggi mi domando se i dettami della chiesa devono essere ritenuti validi, accettando supinamente i dogmi che ci vengono impartiti in maniera sferzante e anche minacciosa, oppure se ci si può permettere di azzardare qualche timida osservazione, non dico con i preti, perché con essi non potrà mai esserci un confronto per affrontare l’immenso tema della presenza di Dio, in quanto gli stessi non potrebbero mai deviare dalla rigidezza del proprio ministero.

Filosofi, pensatori, scienziati, abbandonando presunzioni e pregiudizi, ma con grandi nozioni acquisite, il problema se lo son posto, eccome, ma non tutti danno per scontato l’esistenza di un essere supremo, che sta sopra di noi, che ci guarda e scruta nel nostro intimo distribuendoci gioie e dolori, a seconda del proprio giudizio insindacabile, perfino la morte senza data di scadenza, non importa se giovani o vecchi, a volte in maniera serena, ma quasi sempre carichi di pene atroci.

Questa è la mano di Dio ! Così ha voluto il Signore, ci viene profferito, nel tentativo di zittirci.

Raggiunta l’età di 82 anni, però, ed in vista della propria dipartita, io penso che ognuno si pone alla ricerca di qualcosa che lo possa tranquillizzare e, a volte, lo fa in maniera forte perché viene coinvolto da dubbi che gettano sconforto, non volendosi portare dietro un insieme di cose rendendo il carico troppo pesante e bloccando l’ascensione nel regno dei cieli. Subentra così l’agnosticismo, la perplessità, l’ateismo, affermazioni queste, che si fanno ma che a molti appaiono argomenti per cercare di liquidare in due battute il tema dell’esistenza di Dio.

Personalmente mi accorgo di non essermi liberato dall’incertezza che mi son fatto di Lui, sulla forma che potrebbe assumere, se è come quella dell’uomo o si presenta come l’aria che ci circonda o ci lambisce producendo quei valori, buoni o cattivi, che ci trasciniamo dietro durante la nostra esistenza sulla terra.

Ecco che l’argomento diviene aleatorio ed io ritengo di non essere un folle se affermo che preferisco percorrere sentieri conosciuti, sagome segnate, anziché chiudere gli occhi e rimanere sospeso nel vuoto, in attesa del definitivo tonfo.

Giuseppe Verduci (Cosenza, lì 29 gennaio 2003)