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Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.

Perché, conoscersi e comprendersi, aiuta senz’altro a vivere meglio.

In questa trentanovesima puntata, ci occuperemo della “Valutazione Globale del Funzionamento”, per capire come ci si adatta sul piano sociale, occupazionale e psicologico, in risposta ai vari problemi nella vita. Il criterio che utilizzeremo, riguarderà l’osservazione della “scala del funzionamento dei livelli di personalità”. In pratica cercheremo di costruire una mappa del funzionamento “globale” dei livelli di personalità.

Ogni uomo nasce buono: a renderlo cattivo ci pensano, poi, l’esperienza e l’educazione. (VITTORINO ANDREOLI)

Abbiamo iniziato, insieme, questo cammino (ben 39 puntate fa), con l’obiettivo di comprendere sempre meglio, i volti che incontriamo ogni giorno, anche e soprattutto quando ci guardiamo allo specchio.

Abbiamo capito che, i criteri per meglio orientarsi, riguardano principalmente:

  • Funzionamento dell’Io
  • Rapporto con la realtà
  • Stili difensivi
  • Aree di funzionamento globale della persona

Sui primi tre punti, abbiamo avuto modo di confrontarci adeguatamente. Ora ci concentreremo sul quarto aspetto, che prende in considerazione la capacità di esprimerci, prevalentemente, nel mondo dell’affettività, nel settore lavorativo, in quello relazionale in genere e in tutto ciò che riguarda la cura di sé

Per meglio comprendere quali siano gli aspetti in grado di aiutarci a tal fine, è molto utile la classificazione elaborata nell’ultima versione del Manuale dei disturbi mentali, il DSM 5 e che prende il nome di “Scala del funzionamento dei livelli di personalità”.

Volendo rapportare il tutto sul piano psicodinamico, questa scala ci consente di “radiografare” gli elementi essenziali caratterizzanti le differenze fra l’ambito normale/nevrotico, quello borderline e, infine, il settore psicotico.

Questa “scala”, osserva l’ambito personale (analizzando i parametri di identità e auto direzionalità) e quello interpersonale (che considera empatia e intimità)

L’Identità, rispecchia organizzazione e contenuti del mondo interno; l’Auto direzionalità esprime la capacità di inquadrare obiettivi e motivazioni ad agire; l’Empatia connota l’inclinazione a sentire gli stati d’animo altrui, con partecipazione emotiva; l’Intimità definisce la capacità di stabilire e condividere relazioni affettive, amicali e sentimentali

LIVELLI DI DISFUNZIONE

ASSENTE O MINIMO

Identità: esiste consapevolezza di una coesione emotiva interiore capace di generare autostima e autovalutazione

Auto direzionalità: si evidenzia facilità nell’individuareobiettivi coerenti alle capacità personali

Empatia: consapevolezza degli effetti delle proprie azioni sugli altri; rispetto delle posizioni altrui.

Intimità: presenza di relazioni soddisfacenti e durature nella vita personale e comunitaria

LIEVE

Identità: crisi della percezione di sé e delle proprie capacità nei momenti di maggiore stress

Auto direzionalità: conflittualità rispetto agli obiettivi per possibile valutazione irrealistica delle proprie capacità (presunzione)

Empatia: ridotta consapevolezza degli effetti delle proprie azioni sugli altri, che si percepiscono con fastidio;

Intimità: presenza di relazioni soddisfacenti e durature nella vita personale e comunitaria, che possono essere condizionate in caso di conflittualità emotive

MODERATO

Identità: si evidenzia un condizionamento eccessivo rispetto al giudizio degli altri, con autostima vulnerabile, senso di inadeguatezza, autovalutazioni compensatorie esagerate, sentimenti come rabbia o vergogna

Auto direzionalità: gli obiettivi vengono scelti principalmente per ottenere approvazione dagli altri, con aspettative esagerate e ansia da prestazione.

Empatia: iper sintonizzata sul giudizio che gli altri possono esprimere e, per compensazione, fortemente autoreferenziale; relativamente indifferente di quello che, il proprio comportamento, crea sugli altri, del proprio comportamento.

Intimità: le relazioni diventano superficiali e condizionate dalla pretesa di essere perfettamente compresi dagli altri; manca la reciprocità e la condivisione emotiva.

GRAVE

Identità: la sensazione prevalente è quella di un vuoto interiore che, per compensazione, determina la ricerca di iper identificazione con gli altri e la perdita della percezione dei propri confini, con auto esaltazione a auto svilimento;

Auto direzionalità. gli obiettivi sono confusi e contraddittori; la vita viene percepita come priva di significato o, addirittura, pericolosa.

Empatia: significativamente ridotta la capacità di considerare e comprendere la presenza dell’altro (emozioni, comportamenti, etc.) che, in caso di opinioni divergenti, viene percepito come un pericolo.

Intimità: le relazioni interpersonali sono compromesse dalla paura dell’abbandono o di abuso (perché non ci si sa difendere)

ESTREMAMENTE COMPROMESSO

Identità: è assente la percezione di un minimo di autonomia ma è presente la convinzione di una persecuzione esterna. I confini con gli altri sono quasi assenti; l’emozione prevalente è quella aggressiva, spesso proiettata sugli altri

Auto direzionalità: gravemente compromessa la capacità di stabilire i propri obiettivi, con impossibilità di un’autentica realizzazione

Empatia: assente l’attenzione alla prospettiva degli altri; le interazioni sociali possono creare confusione e disorientamento

Intimità: il coinvolgimento verso gli altri è distaccato, disorganizzato o, comunque, negativo; il comportamento interpersonale è orientato alla ricerca della soddisfazione di bisogni basilari o dalla fuga dal dolore.

Vedevo sempre ciò che non avevo espresso, restavo colpito solo da ciò che avrei dovuto esplicitare, guardavo sempre il dover essere e mai l’essere, in una sorta di pauperismo, guidato dalla sensazione di inadeguatezza e fallimento (VITTORINO ANDREOLI)

Con la speranza e l’obiettivo di essere stato utile per conoscere sempre meglio chi incontriamo (soprattutto quando ci guardiamo allo specchio), vi do appuntamento alla prossima puntata, nella quale parleremo dei principi del transfert e del controtransfert

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

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