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“Che facciamo?”

“Se mi arrestano, li faccio saltare in aria tutti con me. Davanti alle mie truppe! La Libertà è vicina, se è necessario un martire, per il successo della causa, io sono pronto!”

“Vengo in missione di pace. Signor Generale, la prego di avanzare fin qua per parlare in terreno neutro”

“Avanzi lei, invece!”

“No! Venga lei, Signore

“Venga lei, invece, dietro le mie linee. Dopodiché, vedremo!

No! La sto aspettando

“Spara, Spara! Aprite il fuoco!

“Siamo con lei, siamo dalla sua parte, Capitano.”

Cari Lettori il dialogo  appena riportato costituisce la parte più drammatica del film “Capitani di Aprile” di Maria de Madeiros, con Stefano Accorsi, che “documentarizza” un momento importante della vita portoghese.

Nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1974, la radio portoghese manda in onda una canzone proibita dal regime dittatoriale al potere da tanti decenni.

È un segnale programmato che cambierà il Paese portandolo, lentamente, alla democrazia.

Scatta il Colpo di Stato che non vedrà né lacrime né sangue.

I militari che sono a capo dell’azione, infatti, iniziano una rivoluzione mettendo idealmente “fiori nei propri fucili”.

Tale insurrezione è, infatti, passata alla storia come la “Rivoluzione dei garofani”

Quando, i comandanti fedeli al regime, ordinano ai sottoposti di sparare contro i capitani rivoltosi, assistono ad un comportamento cui non riescono a credere.

I loro soldati, anziché eseguire, si mettono a disposizione degli insorti, perché hanno capito che, quello del regime, è un capitolo sbagliato che va portato a termine proprio dall’esercito che, in passato, era stato l’elemento di sicurezza per la dittatura.

Ed è in questo modo che si pone fine al regime dittatoriale noto come “Estado Novo” (Nuovo Stato), instaurato da António Salazar nel 1933, deponendo il primo ministro Marcello Caetano, successore di Salazar dall’infermità di quest’ultimo nel 1968.

Cari Lettori, volgendo lo sguardo “a casa nostra”, 79 anni fa (il 25 aprile 1945), si concludeva una delle peggiori guerre “dichiarate”, lasciando spazio a tanta voglia di ricostruzione.

A parte il fatto che, da allora, si è dato il via allo scoppio di tanti altri conflitti “non dichiarati” ma, ugualmente brutali e dissimilmente ignorati, proviamo a domandarci se, a distanza di tanto tempo possiamo trovare giustificato il sacrificio di milioni di giovani vite, per la riconquista della condizione di Esseri Liberi.

Pleonasticamente, potremmo affermare che la libertà costituisce un Diritto (e, al tempo stesso, un Dovere) basilare per ogni individuo. Diviene, quindi, uno stato di autonomia protetto da una precisa volontà e coscienza di ordine morale, sociale, politico.

In pratica, è (o dovrebbe essere) la capacità di ogni essere umano di agire senza costrizioni o impedimenti esterni.

Ma cosa diventa, questa idea di Libertà, guardandola con gli occhi di oggi?

Per esempio, intorno a noi, vediamo strade dove in troppi “stazionano” perché non sanno cosa fare, dove il tempo è una comoda convenzione, una tabella di marcia da espletare, in cui ogni suo surplus è da riempire in qualche modo…

Noi non giochiamo abbastanza con le tante belle cose che abbiamo fra le mani. E, più che agire, reagiamo in maniera stereotipata, schiavi della routine; e andiamo avanti, in una serie di comportamenti già stabiliti, con pochissime varianti e con pochissime libertà (Tiziano Terzani)

Cari lettori, vi è mai capitato di valutare quante persone, intorno a noi, si “lascino vivere” piuttosto che tentare di “attivarsi a vivere”?

Sembra di trovarsi in un’epoca in cui lottare per un obiettivo importante sia qualcosa che appartiene a un passato ormai lontano e ci vuole l’evidenza del “cattivo di turno” che aggredisce popolazioni confinanti a coagulare un risveglio di coscienze.

La Natura, maestra indiscussa di vita, avrebbe tanto da insegnarci se solo noi mostrassimo l’umiltà e la pazienza di apprendere. Sin dalla notte dei tempi, ad esempio ogni creatura appartenente al mondo dei “senzienti” ha dovuto sempre lottare per conquistare i propri spazi.

Non si capisce, allora, come mai, oggi, la musica dovrebbe essere diversa!

Gli esperti del settore hanno utilizzato fiumi di parole nel tentativo di offrire le proprie conoscenze in tale direzione.

Lo stesso Freud (ma non solo lui…) ha spiegato che l’essere Umano mancherebbe di un programma istintuale capace di orientare la sua esistenza nel Mondo.

Ed è proprio su questo “difetto” che prenderebbe corpo il programma dell’Inconscio. Sostanzialmente, nessuno nascerebbe con un “piano di volo” già assegnato ma, piuttosto, ognuno di noi dovrà impiegare il proprio tempo per capire (seguendo le direttive inconsapevoli di Madre Natura e confidando in validi esempi genitoriali) come realizzare pienamente se stesso, la propria personalità e il proprio ruolo.

È possibile che la nostra epoca generi smarrimento per l’appannamento di alcuni valori su cui, in passato, si poteva poggiare e che hanno allontanato dalla realtà di considerare l’essere umano nella sua totalità, capace di saper badare a sé stesso.

È molto difficile fare in modo che gli uomini stiano in pace e pensino alla pace.

Riportiamo, a tal proposito, alcuni versi della poesia “La pace” di Alda Merini :

Far camminare un bimbo, è cosa semplice; tremendo è portare gli uomini verso la pace. Essi accontentano la morte per ogni dove, come fosse una bocca da sfamare. Ma tu, maestro che ascolti i palpiti di tanti soldati, sai che le bocche della morte sono di cartapesta

Finita la lettura si resta pensierosi a riflettere malinconicamente su come sia tanto difficile la strada della semplicità e dell’amore.

Dio degli “Uomini di buona volontà”, è così difficile, sulla Terra, far vincere l’amore, la fratellanza, la solidarietà?

Difficile, certo. Ma saranno vittorie “impossibili”?

Luigi Pirandello, in un suo lavoro poco conosciuto, intitolato “La Nuova Colonia”, affronta il mito sociale della giustizia totale e della sconfitta della violenza.

Un gruppo di emarginati, decide di fondare una colonia su un’isola vulcanica deserta per creare una nuova Società più giusta e più libera.

Tutto sembra procedere secondo le loro intenzioni finché, un giorno, sbarca nell’isola Padron Norcio, con donne e denaro. Egli è convinto del fatto che gli uomini siano sempre attratti dal male e, messi alla prova, si lascino guidare da istinti egoistici vuole dimostrare che il tentativo di un nuovo modello di vita sia, di fatto, una illusione fallimentare.

Finale amaro: ci pensa la Natura. Essa interverrà in aiuto e difesa della “violata maternità naturale”, scatenando un terremoto che ingoierà l’intera isola.

Si salverà solo una donna, “La Spera”, e il suo bambino.

Flebile speranza per il futuro?

Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto; porto su di me le cicatrici come se fossero medaglie; so che la libertà ha un prezzo alto quanto quello della schiavitù. L’unica differenza è che si paga con piacere e con un sorriso… anche quando, quel sorriso, è bagnato dalle lacrime.  (PAULO COELHO)

A questo punto, una riflessione…

Partendo dalla definizione dei dizionari della lingua italiana, secondo cui il termine “libertà” equivale alla “Condizione di chi è libero di pensare ed agire in piena autonomia”, proviamo a domandarci, in questo particolare periodo storico, come poter definire un valore così importante!

Ho cercato la libertà, più che la potenza, e questa solo perché, in parte, assecondava la prima (Marguerite Yourcenar).

Libertà, trae la sua radice etimologica dal latino ed equivale alla condizione di fare ciò che piace e che fa star bene. Tutto qui. Ma quand’è che possiamo affermare, di riuscire a determinare una simile e, paradossalmente semplice condizione esistenziale?

Con molta probabilità, ogni volta che siamo stati in grado di capire la Natura per poterne seguire le regole. Però, se non conosciamo noi stessi, è inutile (e controproducente) provare a conoscere il Mondo.

L’uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi. (ERICH FROMM)

Ed ecco che, in situazioni non chiare, si affaccia al balcone esistenziale l’essere umano presuntuoso che è, comunque, vittima illustre della propria fragilità e della propria insicurezza.

Infatti, colui che sa di sapere, o, meglio, chi afferma di sapere tenendo un atteggiamento fastidiosamente spavaldo verso il mondo esterno, nella realtà del suo mondo interiore, (al quale non può sottrarsi) è come un bambino indifeso di fronte all’orco cattivo:

Ha, soltanto, paura!

E si possono avere tante paure che, alla fine, si riconducono alla preoccupazione di non fare (o di non essere in grado) di riuscire in ciò che ci eravamo proposti. 

O, peggio, in quello che, gli altri, si aspettavano da noi!

Dietro ogni tramonto, che preannuncia il buio c’è, sempre, una nuova alba. Per ogni cosa che accade c’è una motivazione e, soprattutto, una soluzione.

“Non ho bisogno di te, ho voglia di te. Non ho spazi vuoti da riempire, ho spazi da condividere. Non mi aspetto che tu mi renda felice, desidero sorridere della tua gioia e farti sorridere della mia. Non ti amo da morire, non sono tua e non sei mio. Sono completa anche senza di te, sei perfetto anche senza di me. Non morirò se andrai via, non smetterai di essere felice se andrò via. Non ti carico della responsabilità della mia personale soddisfazione, ti accolgo come specchio e messaggero, ti offro i miei occhi per indagare nei tuoi. Non ti lego né mi lascio legare dal bisogno di essere amata, dalla paura dell’abbandono. Io non sono sola senza di te, tu non sei perso senza di me. Siamo due meravigliosi e preziosi universi, completi, perfetti, che si incontrano per creare nuovi mondi. Non chiuderò porte e finestre per tenerti accanto a me, non ti permetterò di limitare il mio volo. Onoro la tua libertà scegliendo ogni giorno la mia”. (Emanuela Pacifici )

Per quanto strano possa sembrare, l’Universo è un “sistema chiuso” in cui, qualsiasi azione (che è sempre, di per sé, il risultato di altre azioni) determina reazioni che metteranno in moto dei meccanismi al cui termine, si raggiungerà, in un modo o nell’altro, un equilibrio costituito su basi migliori di quelle degli equilibri precedenti

In pratica, è come se il “Sistema Natura” proponesse problemi come quesiti per la cui risoluzione basta saper trovare le spiegazioni che sono state previste. E nascoste.

Un po’ come a scuola, quando somministrano dei test per valutare il grado di riflessione e apprendimento.

Gli uomini fanno la guerra perché contiene in sé quell’illusione di liberarsi dalla paura della morte, uccidendola. E questo fortissimo vagheggiamento – il più poetico e metafisico di tutti – mostra la misura tragica della condizione umana. (Marco Filoni da La stanchezza di Marte” di Luigi Alfieri)

Cari Lettori, abbiamo iniziato questo Editoriale parlando di una rivoluzione “gentile” e vorremmo concluderlo con i pensieri di Tiziano Terzani che ci riportano al significato del “Garofano”  (capace di esprimere amore, gratitudine e ammirazione ma, anche, affetto, passione e forza di volontà) e ci preparano al tenero video finale e alla suggestiva idea di Libertà, espressa nell’immagine di copertina.  

Mi distesi nell’erba a guardare le stelle. Mi parve di vederle per la prima volta. E forse era davvero così, perché le guardavo senza pensare ai loro nomi, senza cercare la Stella Polare o l’Orsa Minore. Immaginai d’essere un uomo delle caverne che non ha letto nulla, che non ha studiato, che non “sa”. E, libero da tutta quella “conoscenza”, mi persi nella meravigliosa, consolante immensità dell’universo. Non la guardavo più. Ne ero parte.

LIBERI

Guardati, nei tuoi occhi ora c’è una nuova luce

dal mio letto ti rivesti e te ne vai, tanto poi tornerai

io rimango qui, a scrivere una nuova canzone

lo sai che è tutto quello che so fare: non puoi chiedermi di più

ora che siamo liberi, così, di sceglierci ogni volta  invece che lasciare troppe cose già decise

a scegliere per noi, che siamo liberi da qui

di lasciarci andare e poi riprenderci

perché l’amore non finirà se è anche libertà

Quando tutto sembra senza uscita

devi guardare bene in fondo la tua vita

e chiederti se è proprio come la volevi tu o ti aspettavi di più

ma siamo liberi così e, ora, avrai tutto il tempo per risponderti

se mi cercherai potrei raggiungerti mentre giri un altro film

liberi da qui di lasciarci andare e poi rincorrerci

perché l’amore non finirà

se è anche libertà

Il grado di libertà di un uomo si misura dall’intensità dei suoi sogni. (Alda Merini)

Enzo Ferraro – già Dirigente Scolastico, Letterato, Umanista, Politologo

Giorgio Marchese – Direttore “La Strad@”

Un grazie affettuoso all’amico Amedeo Occhiuto per la sua disponibilità

2 Replies to “Democrazia e Libertà (Capitani d’Aprile)”

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