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Pubblicato su Lo SciacquaLingua

Con la variante “far la figura del cappellone” quest’espressione – di uso raro, per la verità, e non molto conosciuta, quindi – si tira in ballo quando si vuole mettere in evidenza la brutta figura di una persona, non all’altezza della situazione in cui viene a trovarsi, per inesperienza o perché totalmente estranea all’ambiente in cui è costretta.

La locuzione è ripresa dal gergo militare: il “cappellone” designa la recluta appena giunta in caserma, completamente estranea all’ambiente e il più delle volte fatta oggetto di scherzi, anche pesanti, da parte dei commilitoni più anziani, quelli che in gergo vengono chiamati “nonni” e, se prossimi al congedo, “borghesi”.

E a proposito di cappellone come non ricordare l’espressione “prendere cappello” che – come sappiamo – significa offendersi, impermalirsi?

La spiegazione è semplice (e intuitiva). Colui/colei che si sente offeso/offesa abbandona bruscamente il luogo del “misfatto” e prende il cappello prima di andarsene.

A cura di Fausto Raso

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