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Volge al termine.

Un anno difficile, costellato da separazioni, dolori, ricordi da fissare nella memoria che non hanno nessuna voglia di essere conservati nei cassetti. Per sempre.

Provo a cercare le atmosfere del tempo passato. In questi giorni si sente, più che mai. Non so se perché le fitte di dolore si accendono nelle pieghe dei sentimenti andati, oppure perché è nel naturale giro della vita ritrovarsi a sentire lo stesso odore. Quello che predomina in un periodo come questo.

Come quando eravamo bambini. Come quando eravamo ragazzi e si tornava nel buio della sera nelle case accese di calore dagli affetti più importanti.

Ma si può solo vivere di ricordi del tempo andato e provare una sensazione di benessere sulla pelle? A sufficienza per andare avanti.

Un pensiero si affaccia troppo spesso ormai dentro di me e mi fa paura. Temo l’aridità al posto della dolcezza, la notte fredda al posto dei bagliori caldi, le parole senza più sentimenti.

Sorrido, abbassando lo sguardo e penso che il cambiamento è stato repentino, senza nessuna possibilità di fermarsi. Ma … sono sempre io.

E poi arriva un batuffolo arruffato e all’improvviso accende il mio cuore e mi riempie di gioia.

Con consapevolezza entro dalla porta sbagliata. In questo modo ho l’opportunità di passare in quella stanza un po’ nascosta dal resto del mondo. Entro, ed apro ogni cassetto a cercare qualcosa che mi ricordi di più quello che è impresso in me e mai dimenticherò. Solo sui muri i segni del passato, a definire le nostre immagini dei momenti di grande serenità. E amore fra di noi.

Un attimo dopo, sempre un attimo dopo mi accorgo di quello che è passato dentro di me. E do un senso allo stato d’animo di questa sera che mi avvolge riscaldandomi e nello stesso tempo sciogliendo le mie lacrime.

Ho tutto quello che serve per rilassare la mente e distrarre dai pensieri tortuosi. Eppure una latente inquietudine di me si impadronisce nella tarda sera. Di ogni sera. Mi giro e rigiro nel buio della notte e, anche se le mie palpebre socchiuse mi accompagnano nei sogni ristoratori, la mente è sveglia, attiva, alla ricerca di.

Cerco nelle pieghe dei miei sentimenti quelli più belli di ogni capitolo della mia vita. Ogni persona che ha vissuto accanto a me, ha lasciato un segno, una piega di sentimento, che, appena sfiorata tende a raddrizzare, lasciando intravedere ogni momento vissuto intensamente e mai dimenticato. Ogni persona o quasi tutte … Che peccato.

Fra le curve, nella più bella campagna che circonda la nostra città arriviamo nel silenzio più profondo, dove ogni respiro si deposita sulla terra, su ogni fiore, in ogni foglia scricchiolante di giallo acceso. Freddo pungente sul mio viso segnato da due solchi attraverso cui scendono due lacrime di dolore. La mancanza è troppo forte, tanto ancora c’era da fare e da vivere.

Rassegnarsi? Mai.

Aspetto con ansia il vicino momento in cui potrò staccare e rilassarmi, ma, come sempre, nello stesso istantaneo momento, il timore della solitudine mi investe. Quella che hai dentro la tua anima e niente e nessuno potrà mai colmarla. E improvvisamente la sua di voce a ricordarmi che è nel cambiamento che parte la rinascita, nel nuovo inizio, e questo, come è naturale sia, spaventa un po’. Mi rallegro consolandomi. Tanto è rimasto allora dentro di me.

Mi chiedo sempre cosa mi direbbe quando un dubbio, anche un piccolo conflitto mi assale. La conoscenza nasce da questo: si può dire che ci si conosce fino in fondo quando dentro di te arrivano direttamente le parole alla soluzione. Magari pensandoci solo un po’. E questo vuol dire non dimenticare, per sempre, anche se il dolore dell’assenza è sempre lì a graffiare.

Quest’anno l’aria è fresca, i colori della Natura decorano delicatamente le strade, i profumi si fanno sentire inondando e inebriando. Tutto questo rende le giornate un po’ più faticose da vivere. A volte il bello ferisce e nello stesso tempo consola.

Buon Natale

Fernanda

A Nelide

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