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Mi sorprendo quando penso che questa riflessione nasce in un posto poco probabile, da un pensiero fatto a voce alta. Spesso i propri pensieri parlano da sé, senza troppo badare a chi sta intorno. Apprendo che la pazienza è una virtù e come tale si rinvigorisce grazie ai segnali inviati dal mondo esterno, dopo uno studio intenso fatto di meditazioni e attente osservazioni. È necessaria una grande maturità però, senza tenere troppo sotto controllo l’istinto e, nello stesso tempo, non lasciarsi schiacciare dalle situazioni. Ma quanto stress che si produce nel tentativo di…

Volevo solo farmi un giro.

Ma che razza di risposta è? Beh, in fondo nemmeno la domanda era un granché.

Nel giro di una settimana ho sentito parlare per ben due volte delle aspettative. E da fonti diverse. Ma in realtà cosa sono le aspettative?

Fabrizio Bosso with Strings (Nuovo Cinema Paradiso)

È musica a fiato dolce che raggiunge le vette della malinconia più profonda, struggente come può essere il ricordo di qualcosa che è sfuggito per sempre, accompagnata in lontananza dalle deboli percussioni che incorniciano il suono, lasciandoti intravedere, senza nessuna schermatura, il paesaggio così com’è. Ad intervalli regolari sopraggiungono i tasti di un piano, accarezzato anzi sfiorato dalle dita di un animo gentile, solo per lasciarti respirare un po’. E poi di nuovo il fiato sulle note. L’armonia mi riporta col pensiero allo sguardo perduto nel passato, alla voglia di costruire per poter donare, all’affetto che nasce nella sincerità e senza chiedere.

Lo riascolto una e più volte, spostando gli occhi e il pensiero, con un po’ di rammarico per non averlo ritrovato, ma con la viva speranza di poterlo rivivere. Tante sono le cose che sento di voler ricatturare, mantengo ed imparo la pazienza.

Ai tempi della scuola il nostro insegnante di letteratura ci parlava dei voli pindarici e a me sono rimasti impressi nella mente. È uguale a saltare da un punto all’altro senza mai toccare terra, spesso perdendo l’equilibrio ma rimanendo sempre in piedi. Con l’aiuto delle braccia e la concentrazione richiesta a tutto il corpo si è di nuovo pronti per schizzare un altro volo. Questo per me è un volo pindarico, ovviamente in senso metaforico. Nella realtà spesso ho la sensazione di scrivere in questo modo, qualcuno mi ha suggerito che butto su carta tutto quello che mi passa per la testa. E allora me ne vado un po’ a riflettere e mi chiedo:

“Ma sarà giusto trasferire i propri pensieri così in una maniera un po’ disordinata, a volte senza troppo capirci e per quelli che proprio si vogliono torturare con la comprensione regalare la predisposizione ad un bel mal di testa?”

Volevo scusarmi, ma a volte non riesco ad essere chiara nemmeno con me stessa, pur sentendo la necessità di comunicare.

Mi smonto per un nonnulla, ripercorro i miei passi e mi impongo il silenzio.

Il silenzio.

Mi piace scrivere in questo modo, anticipare un concetto o meglio una sensazione e metterci il punto subito dopo. Ci vorrebbero anche un po’ di puntini sospensivi, così per delineare la pausa e raccomandare la riflessione.

Quando mi fermo spontaneamente ad ascoltarlo mi accorgo con un po’ di dispiacere che non esiste in senso assoluto. I rumori di sottofondo coronano le atmosfere e divagano. Sarà per questo che quando mi sveglio nel cuore della notte fatico poi a ritrovare la stanchezza che mi ha accompagnato fino a quel momento. Mi lascio piacevolmente distrarre dall’assenza di rumori e finalmente lo gusto. I pensieri cavalcano piste altrimenti invalicabili che non sei riuscito ad intravedere fra i frastuoni della quotidianità, intesi anche come le cose che disturbano e che imprigionano l’essenza, il significato. Tutto appare più semplice, il percorso meno complicato, qualche minuto così e ritrovi la risposta a quelle domande angoscianti, in realtà non hai solo trovato la concentrazione per poterle rispettare.

Incredibile, le parole incrociano le onde del silenzio e lasciandosi trasportare dalla corrente giungono inalterate fra le spiagge, là dove l’acqua si infrange senza urtare e nella spontaneità del momento prende il sopravvento la tranquillità del riposo.

Sono affascinata sempre più dalle note calde e dolenti delle armonie che si legano e culminano nelle melodie più profonde.

La pazienza, le aspettative, il silenzio.

Sembrano tre pensieri sconnessi fra loro. Mi soffermo a cercare il legame, e mi chiedo quanto giusto sia volerli catalogare e per forza smontare. In fondo il filo conduttore è chiaro, è da ricercare in un pezzo di tromba che anima i sentimenti, incanta con la musicalità e infonde la tenerezza.

È una gran giornata oggi, sole e freddo secco, senza ombra alcuna di umidità che appesantisce. Sarebbe bello farsi un giro…

Fernanda (16 dicembre 2007)