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Cominciata con un po’ di nostalgia che mi ha seguito dalla serata di ieri e non è riuscita a decollare nel mondo dei sogni, è rimasta aggrappata senza volermi abbandonare nemmeno nella fase più profonda del sonno. È come quando le tue palpebre sono abbassate e non riesci a tirarle su, perché sei cosciente di essere nel cuore della notte, è quindi il tempo di riposare ma in realtà sei più attivo e pensante che mai.

“Se la tua donna è arrabbiata baciale le palpebre e lei si rilasserà, ti perdonerà.”

È vero, un bacio leggero sulle palpebre è molto rassicurante, trasmette dolcezza e cancella la rabbia. Quella contro la quale poco puoi fare.

A volte succedono cose strane. Sei convinto di essere pimpante e al massimo della serenità, quasi ad un passo dall’equilibrio e invece…Non ho ben capito questa storia delle onde e del mare, ma sta di fatto che i miei sogni molto spesso sono accompagnati dalla sabbia fine e bianca, da mari sempre agitati che quasi arrivano con la potenza delle loro onde schiumose fin dentro le case.

Sento che perdo la pazienza troppo facilmente, avrei bisogno di canalizzare in una attività che riporti l’andamento delle mie emozioni a nessun grosso scossone e turbamento. Vorrei andare oltre gli schemi imposti da quello che ci ritroviamo a vivere durante le ore delle nostre giornate di fatica e nello stesso tempo trovare la tranquillità propria di chi vive senza porsi nella condizione di doversi dare una risposta ad ogni domanda che assilla il pensiero.

Il pensiero. Siamo abituati a considerarlo come una cosa astratta, ma non per questo meno importante di quello che si può toccare con le mani, sentire con lo sguardo, respirare con l’odore. In fondo vive da sempre e per sempre con noi. A volte quando si esprime al massimo dell’attività può impadronirsi e rendere sfibrante ogni cosa e ogni tentativo di sfuggire si traduce in un insuccesso che lascia un po’ tramortiti e con il presentimento che forse è meglio arrendersi e non combatterlo. Ma attraverso di lui si raggiungono anche le vette più alte delle riflessioni più nobili, vengono fuori le idee, quelle migliori che colorano le giornate, arricchiscono di fantasia la parte più rigida della realtà e la rendono più fluida, essenzialmente più tenera.

C’è chi lo canta esaltandone il significato, spesso chiedendo di poterlo spegnere e forse anch’io qualche volta l’ho desiderato…

C’è chi lo studia tentandone di stabilire dei legami, le connessioni fra le varie aree, là dove prende origine e si elabora la riflessione che poi si propaga attraverso una rete di fitte comunicazioni fino ad arrivare nella modalità che più si rende facile al mondo esterno.

C’è chi si ferma nel cuore della notte e rimane ad ascoltarlo, libero di esprimersi nel silenzio più assoluto senza che alcun disturbo possa frammentarlo.

Giro l’angolo e lei è ancora là, dà l’idea che qualcuno la abbia pazientemente sistemata, manca solo un pezzetto a renderla tonda, quasi a non voler raggiungere la perfezione della forma. È così molto più umana, molto più simile all’uomo con tutti i suoi errori, i difetti quelli che si possono raccontare perché non fanno male agli altri e anche a se stessi.

L’aria frizzante della sera imminente rende l’atmosfera intorno quasi irreale. Un via vai di corse all’inseguimento della pace, nella propria casa, un rifugio per non dover parlare ancora una volta. Sento il desiderio profondo, che diventa quasi smania, di raggiungere velocemente la mia dimora, chiudere prepotentemente la porta e rimanere fra le ombre dei miei pensieri. Davanti può essere una tastiera, una penna che si muove fra le righe, stabilisco il contatto. Il pensiero scivola naturalmente, si ferma solo un istante nella gola e dipinge le pagine bianche.

Sentirsi prigionieri dei propri pensieri senza avere alcuna possibilità di poterli condividere perché troppo intimi, ci si stacca con troppa difficoltà, come fossero un prolungamento delle proprie mani, una parte essenziale del corpo senza la quale non è possibile sopravvivere.

Trasmetterli nelle più svariate forme potrebbe essere la strada, non è importante la modalità ma riuscire. Rappresentano una di quelle poche cose per le quali essenziale è arrivare al traguardo senza occuparsi troppo del percorso che conduce.

I pensieri più belli. Non è concesso a tutti farli vivere, non per tutti è facile portarli fuori. Risultano avvolti da una sfera di luminosità che irradia, si vestono di una fresca brezza che purifica, ti lasciano arrivare oltre i confini della realtà. Se sei fortunato incontrano quelli più affini e insieme intrecciati si avviano verso la comprensione. Quello che da sempre si desidera.

Fernanda (11 dicembre 2007)