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La “collana” sull’Amore che vi proponiamo, prende origine dall’Opera Omnia “Il sofferto bisogno di amare” e si offre come spunto per le brevi riflessioni video del canale YouTube “infinito presente”. Nessuna velleità di apparire come una guida per vivere meglio ma, soltanto, un’occasione per provare a ritrovare la via, incisa in ognuno di noi, che ci ha permesso di sorridere ogni volta che abbiamo incrociato gli occhi di chi ci ha amato veramente.

In questo ventinovesimo incontro: “L’amore guardò il tempo, e rise”

“Caro dottore, riflettevo su come sia strana, a volte, la nostra esistenza. A distanza di un anno, la relazione con mio marito è priva di quegli scontri che ci avevano condotto sull’orlo della separazione!” – “Bene, dovremmo esserne contenti?” – “Al tempo, dottore. Agli occhi degli altri, siamo tornati ad essere la coppia affiatata di sempre… in realtà, ci evitiamo affettuosamente” – “Può precisarmi meglio il senso?” – “Dialoghiamo ma non comunichiamo; valutiamo ma non decidiamo nulla che riguardi la nostra relazione; si discute di ciò che ci sta intorno, ignorando quello che ci viene da dentro. In altre parole, abbiamo scelto, senza dircelo, di non incrociare punti di interesse comuni. Così non ha senso litigare e, pur volendoci bene, ci illudiamo di star bene!”.

Partendo da questo dialogo avvenuto all’interno di una seduta di psicoterapia, nel mio studio, ci riallacciamo a quello di cui ci siamo resi conto durante questo percorso de “Le ragioni del cuore” e, cioè, come sia difficile vivere, senza conflitti, i più naturali dei sentimenti umani: l’amore e l’attaccamento reciproco.

Nel momento in cui si percepirà di non riuscire a continuare, se non si è raggiunto un grado di maturità adeguato, ci troveremo a doverci dibattere fra due scelte, entrambe dolorose:

andare “contro” noi stessi, per tentare di mantenere in piedi un principio astratto (l’amore è per sempre, “sic et simpliciter”)

andare “contro” l’altro (che si aspetta di non essere lasciato) per uscire da un contesto nel quale non ha più senso restare. 

La soluzione non è semplice perché si devono prendere in considerazione molti aspetti “sociali” e “reali” che vanno dalla paura di compromettere la propria immagine agli occhi degli altri, alla necessità di voler continuare senza troppi sconvolgimenti a stare accanto ai propri figli modificando, di fatto, l’obiettivo da “rapporto di coppia” a “Famiglia dalle cure parentali”.

La psicoanalista Margaret Mahler ha proposto un concetto fondamentale che dovrebbe essere trasmesso però, soprattutto dalle madri: il principio di “separazione-individuazione”. In pratica, quello che fa crescere le persone è la capacità di separarsi senza sentirsi “orfani” e riconoscendosi, al tempo stesso, capacità e qualità per andare avanti anche da soli.

IL “COMPIMENTO” DELL’AMORE

Ogni relazione veramente “profonda”, ha il senso fondamentale di farci scoprire quello che noi siamo, quello che noi valiamo veramente perché, la presenza dell’altro, ci mette a nudo rispetto a noi stessi e costituisce, quindi, un momento costruttivo. A prescindere

Non a caso, l’osservazione scientifica, porta a concludere che, in assenza di stimolazioni evolutive che creano i presupposti per cui, due persone continuano a crescere insieme, non smettendo mai di stupirsi, dopo un periodo che oscilla dai 18 ai 30 mesi dall’inizio della relazione, il cervello si è assuefatto al cocktail di sostanze chimiche (di cui abbiamo avuto modo di parlare) e non reagisce più come prima.

Partendo dal presupposto che una coppia determinata da due identità curiose e interessate ad evitare la costruzione di abitudini noiose, non genera i presupposti per l’assuefazione ma, anzi produce un attaccamento che plasma sempre più “a misura” l’uno verso l’altro, se non ci sono i presupposti, la maturità la disponibilità e la fiducia necessari per la progettazione di un presente e futuro in comune (degno di tale nome), è in questa fase che accadono incomprensioni, litigi e ricerca di altre situazioni affettive.

A questo punto molte coppie si separano, cosi ciascuno dei due EX si mette alla ricerca di un nuovo partner con cui riprovare le emozioni vissute nei momenti migliori. E, non sempre, questo desiderio verrà esaudito.

Nelle coppie basate su valori morali solidi, o maggiormente costruttive e affiatate, invece, la vicinanza fisica, non solo sessuale, stimola il neurotrasmettitore ENDORFINA, una sostanza con effetti simili agli oppiacei che riduce l’ansia e infonde un senso di calma e di intimità.

Condizione, forse meno eccitante e sconvolgente della FENILETILAMINA, ma che induce molta più piacere di accudimento psicologico.

L’amore ha un compimento cioè, significa che ha una durata. Ma cosa significa, nel senso più vero del termine?

L’INCONTRO, NELL’INFINITO PRESENTE

Quello che chiamiamo “Tempo” è, in realtà, l’illusione di uno scorrimento: come in una pellicola, ogni fotogramma ha una vita a sé. E non è la continuazione né l’antecedente.

Ogni “incontro” è costituito, esso stesso, di attimi in cui fare incontrare le nostre reciproche emozioni, aspirazioni, attese, speranze. Sostanzialmente, le nostre rispettive personalità che, di per sé, generano, ogni attimo, una quantità infinita di idee che consentono la percezione della vita.

Occuparsi di noi, coltivandoci come un giardino capace di offrire piante, fiori, frutti, pone le basi del principio del “prendersi cura”, attimo dopo attimo.

Come in un Infinito Presente

Incontrare la vita in uno sguardo, in un sorriso, in un abbraccio, ci riporta al momento in cui, nostra madre ci ha aperto le porte del suo mondo che è diventato, un po’ alla volta, il nostro Mondo, fatto di attimi da infilare come le perle di una preziosa collana tenute insieme dall’anello di quell’attesa chiamata “speranza”

L’esperienza di coppia, non sarà una serie di tanti “prima” che diventano “poi” ma l’insieme di tanti istanti, vagamente somiglianti, capaci di annullare l’angoscia del lutto primordiale e di aiutarci a crescere, insieme, istante per istante all’interno di una iperbole che non conoscerà curvature declinanti ma vita propulsiva, in un tempo verticale dove non c’è passato e non esiste futuro ma solo il Presente, Infinito con, dentro, Tutto ciò che serve, in un solo istante

“Perchè la Vita, quella che chiamiamo Vita, è l’intervallo fra un amore infranto e riunito; o riunito e infranto. E, il ricordo, è la Pena”. (Roberto Vecchioni – La vita che si ama)

Quindi, l’Amore non è ineluttabilmente “a scadenza”, come uno yogurt ma dura fin quando esistono degli obiettivi in comune.

Quando si lascia scorrere il tutto senza impegnarsi attivamente, le dinamiche interpersonali tendono a raffreddare interesse e motivazioni positive.

Nel caso che, invece, si decida di vivere un rapporto “alla grande”, si potrà contare sempre (o quasi) su un sorriso, uno sguardo, un abbraccio, un’intesa, una complicità… che impediscono di invecchiare “dentro” e contribuiscono a mitigare le intemperie del tempo che passa.

E, l’amore, guardò il tempo e rise. (Antonino Massimo Rugolo)

Un sorriso lieve come un sospiro, come l’ironia di un batter di ciglio, come il sussurro di una verità scontata… Perché sapeva di non averne bisogno.

Perché sapeva l’infinita potenza del cuore e la sua poesia e la magia di un universo perfetto, al di là dei limiti del tempo e dello spazio.

E le ragioni dell’uomo, fragile come un pulcino, smarrito come un uccello, cannibale come un animale da preda.

Perché conosceva la tenerezza di una madre, l’incanto di un bacio, il lampo di un incontro.

Poi finse di morire per un giorno, nella commedia della vita, nell’eterno gioco della paura, nascosto, con il pudore della sofferenza, con la rabbia della carne, con il desiderio di una carezza.

Ma era là, beffardo, testardo, vivo. E rifiorì alla sera, senza leggi da rispettare, come un Dio che dispone, sicuro di sé, bello come la scoperta, profumato come la luna.

Ma poi si addormentò in un angolo di cuore, per un tempo che non esisteva e il tempo cercò di prevalere, nel grigio di un’assenza senza musica, senza colori. E sbriciolò le ore nell’attesa, nel tormento per dimenticare il suo viso, la sua verità.

Ma l’amore negato, offeso, fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, perché la memoria potesse ricordare e le parole avessero un senso, i gesti… una vita e i fiori… un profumo e, la luna, una magia.

Così mentre il tempo moriva, restava l’amore.

(Antonino Massimo Rugolo)

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

Arrivederci al prossimo incontro, che avrà per titolo: “Attendiamo insieme”

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