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I modi di dire le cose. I diversi modi di dire le cose.

I momenti della vita in difficoltà, di difficoltà.

Passa veloce il tempo, anche se ho la reale percezione dei giorni andati. Sarà forse un meccanismo naturale evoluto nella mia mente nato dalla paura di perdere il tempo. E così pensando ho imparato a dare il giusto valore ai giorni che compongono il tempo. Una buona lezione questa. Un ottimo apprendimento.

Rifletto sulla diversa modalità di occupare ad oggi il tempo rispetto al passato. Si è passati dalla scoperta della novità, dalle corse senza sosta, dal vuoto dell’adolescenza, alla leggerezza della gioventù, quella bella. All’ultimo respiro nel realizzare un bel progetto, alla tranquillità del non voler interagire. Almeno di sera, alla fine della giornata.

Il diverso modo di interagire con gli altri. Mi chiedo spesso se poco offro all’altro e molto a me stessa oppure, al contrario, minimo il riguardo per le mie naturali esigenze.

Ogni cosa vissuta come un tempo, fra le ansie e le paure immotivate, senza una logica spiegazione e con una sfuggente e apparente tranquillità.

Dalla finestra aperta sul cielo arriva a me il profumo dell’estate, con il suo bagaglio di ricordi e le sue promesse di futuro. Gli anni migliori dovrebbero cominciare a delinearsi senza alcuna promessa, solo con le possibilità ad oggi ottenute e da sfruttare fino in fondo.

Tempo, tempo, tempo.

Sarà forse arrivato il momento di fermarsi ad ascoltare, senza correre più, assecondare il corpo nella sua ritrovata necessità di riposo?

E prendersi solo il bello.

Qualcosa per me.

Oggi vorrei provare a fare qualcosa per me, senza pensare alle conseguenze, a quello che potrebbe accadere e invece non accade, a quello che mi piacerebbe fosse in altro modo e invece non lo è

Eccome se…

Una maggiore capacità di introspezione. Mi chiedo quanto possa la trasparenza delle emozioni che si provano sostenere le difficoltà che si frappongono fra noi e l’altro. Nel momento della grande interazione, quando da dentro parte la spinta al dialogo, alla condivisione, alla necessità di affacciarsi alla finestra verso l’esterno e semplicemente comunicare.

Una leggera brezza fresca arriva  a me distraendomi dai miei pensieri, invitandomi ad uscire, senza pensare più al tempo.

Sento il bisogno, ora più che mai, di non incasellare ogni attività all’interno di un percorso temporale. Senza orari, senza impegni, senza più promesse. In fondo è la mia natura questa, sempre stato così. Col passare degli anni qualcosa si è modificato, ma rimane sempre questo il mio modo di essere, molto spesso inconciliabile con l’esterno.

Come ogni anno si avvicina il momento più atteso, il momento meno atteso.

Comincio il primo giorno di questa ultima settimana con l’allegria dell’incontro. Quattro chiacchiere apparentemente fra le risa, scherzando, ma, così facendo, comunichiamo le cose più importanti di noi, in naturalezza, senza impedimenti né puntini sospensivi. E così facendo, cominciamo a delineare il nostro futuro.

Il periodo più atteso dell’anno, anche quello dove le estreme condizioni che ci ritroviamo a vivere amplificano la quotidianità di ogni problema.

Come sempre la speranza dietro l’angolo.

Fernanda

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