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Dal grembo dei ricordi

gravido del tuo passaggio,

tante memorie sbocciano…

sorelle….nostre figlie…

Una, la maggiore,

nasceva a sud

in quell’alba umida d’agosto

quando, per mano, mi conducesti fiero

nel luogo dei tuoi giochi da bambino.

Le mura, “calde” di immagini lontane,

carpivano il tuo sguardo di sgomento

e lo disperdevano nei vani conosciuti.

Ovunque, su di noi,

il “soffio ” di colei il cui ventre ti generò,

e che adesso sembrava darci il benvenuto….

Intorno la pace…..

le persiane abbassate,

la vernice scrostata dall’assenza…

e fuori il campanile

che, a stento, batteva le ore

tra un giorno che nasce e uno che muore.

Ti ho amato…

di un amore senza confine…

in quella casa che sa di colline verdi

e di odorosi agrumeti sotto il sole…

sotto un tetto fatto di quei petali di rose

germogliate, nate e mai fiorite…:

un mondo antico!….

intriso di tue origini ingiallite,

serbate un po’ disordinatamente

tra i fogli di un diario ormai consunto

letto, riletto …e mai…mai scritto!

Ti ho visto “nudo”,

immerso in un cerchio di tristezza,

parlare ad i fantasmi del tuo cuore

con gli occhi di lacrime lucenti…

e la voce rotta dal rimpianto.

Ho preso coscienza di chi sei

in quella casa dei tuoi giochi perduti…

La porta è ancora aperta…

vorrei entrare….

non so se posso….

(14 agosto 2020)