Nell’esporre le caratteristiche di questo lavoro, si sente prima di tutto l’esigenza di motivarne la scelta : “perché Nietzsche ?” E’ senza dubbio uno dei filosofi più letti, più studiati e tradotti nel mondo ; in alcuni casi, secondo me, per desiderio di originalità è stato anche travisato, tradito, interpretato e ‘violentato’. Il fascino che suscita ancora oggi (siamo alle soglie del duemila) la sua poliedrica e multiforme personalità dimostra che in Nietzsche ognuno di noi ha la possibilità di cogliere nuove sfumature interpretative.
I miei interessi culturali hanno destato la curiosità e la necessità di approfondire la dimensione psicologica di Nietzsche.
L’ultima frase scritta nella prefazione di Aurora (F.Nietzsche, Aurora pensieri sui pregiudizi morali, Adelphi, Milano, 1994, PP. 09) fa riflettere : “Imparate a leggermi bene”. Nietzsche sollecita nelle sue opere la lettura più fedele possibile dei messaggi di riflessione che invia.
Ci invita a cercarlo e a cercarci, a domandare e interrogarci ; egli parla ai lettori, li stuzzica, li coinvolge e li sconvolge, li sollecita a pensare, a credere e dubitare, a cercare risposte alle mille domande.
Egli stesso si indaga con eccellente capacità introspettiva e si espone, in prima persona, ad una analisi psicologica.
Infatti in Ecce Homo Nietzsche fa dire a Zarathustra : ” Voi non avete ancora cercato voi stessi : ecco che trovaste me, così fanno tutti i credenti, perciò ogni fede vale così poco. E ora vi ordino di perdermi e di ritrovarmi.”
Forse la filosofia di Nietzsche serve proprio ad avviare una ricerca psicologica individuale, per quanto modesta essa possa essere.
Questo mio lavoro vuole muoversi in questa direzione :ricercare Nietzsche uomo, visto da un altro essere umano. La vita e la produzione letteraria di Nietzsche sono intimamente legate ; il contenuto delle sue opere rispecchia sicuramente la sua personalità e l’epoca storico-filosofico-culturale in cui egli è nato e si è formato, comprese le varie figure di riferimento che volta per volta lo hanno influenzato. Tutta la vita di Nietzsche può essere vista come una continua evoluzione, apprendimento ed identificazione, attraverso la quale deve passare per compiere un processo di crescita e di mutazione culturale, una evoluzione ricca di necessarie contraddizioni e difficoltà.
Dopo essermi appassionata alla lettura di Nietzsche, scopro un filosofo spiritoso, scanzonato, addirittura umorista, poi serioso, arrogante, pretenzioso, sfrontato, sicuro di sé. Nietzsche è uno dei tanti grandi che hanno consapevolezza di produrre opere che resteranno nella storia e che vivono il presente nella loro drammatica inattualità. Ho cercato quindi di individuare che cosa mi avesse più stimolata e coinvolta, e ho scoperto che la cosa che mi affascinava di più era l’uso poliedrico della parola :
- La parola come mezzo di espressione significante – significativo
- La parola come valore
- La parola come trasmissione psicologica di concetto
- La parola come strumento di comunicazione
- La parola come evocazione di vita sognata e di vita vissuta
- La parola come logos
In questo contesto mi è apparso chiaro come Nietzsche, dando valore alla corporeità ed alla vitalità della parola (anche come funzione catartica) abbia lontanamente anticipato la teoria psicoanalitica e la psicoterapia.
LA VITA E LE OPERE DI NIETZSCHE – LE MATRICI DEL SUO PENSIERO IL RAPPORTO CON LA PROPRIA EPOCA
Nietzsche Friedrich Wilhelm nasce il 15 Ottobre del 1844 a Rocken nella Sassonia prussiana e muore a Weimar il 25 Agosto del 1900. La vita di Nietzsche (aveva solo 4 anni) viene sconvolta dalla immatura scomparsa del padre, amato e stimato pastore protestante ; l’evento incide profondamente sulla struttura della sua personalità. Lo struggente ricordo del padre viene espresso in Ecce Homo Nietzsche lo descrive come un uomo : ” Dolce, amabile e morboso, come un essere fatto per passare oltre […] un ricordo benevolo della vita, più che la vita stessa.” (F. Nietzsche, Ecce Homo, Oscar Mondadori, Milano, 1981, PP. 10).
Studia prima nel ginnasio di Pforta poi all’università di Bonn e in quella di Lipsia. Vive la sua infanzia ed adolescenza in un ambiente composto prevalentemente ” da donne e da preti,”( E. Behler – A. Venturelli F. Nietzsche, Salerno, Editrice, Roma, 1994, PP. S) la sorella Elisabeth, più giovane di lui di due anni, assumerà un ruolo determinante nella sua vita sia in senso positivo che negativo.
Nel 1869 il maestro di Lipsia, il filosofo Friedrick Ritschl, procura a Nietzsche, non ancora venticinquenne e senza aver conseguito il dottorato, una cattedra di lingua e letteratura greca a Basilea, dove insegnerà fino al 1879.
A questo periodo risalgono le sue prime opere filosofiche :
- La nascita della tragedia, dallo spirito della musica 1872
- Considerazioni inattuali 1873-76
- Umano troppo umano 1878-79
Dalla lettura delle tre opere mi sono convinta di come esse scandiscano il graduale cambiamento e la originale trasformazione del pensiero di Nietzsche.
La nascita della tragedia è l’unica opera compiuta di Nietzsche, che può ritenersi tale, in quanto tutte le altre sono raccolte di frammenti. La nascita della tragedia è un’opera giovanile, ardente, passionale e malinconica, ma permeata dallo spirito del tardo Romanticismo ; essa è avvolta e stravolta dall’influenza sia del pessimismo di Schopenhauer ( che sarà a lungo il riferimento principale delle sue riflessioni ) sia dalla prorompente personalità di Wagner e della sua musica.( 3) Tratto da F. Nietzsche, La nascita della tragedia ovvero grecità e pessimismo, Laterza, Bari, 1995).
E’ un testo che lo fa conoscere per l’originale interpretazione della tragedia greca ; egli si sofferma in particolare su due concetti, intorno ai quali costruisce la sua esposizione e che saranno poi il filo conduttore di tutta l’opera :
l’apollineo e il dionisiaco. Nietzsche aveva visto, nelle due divinità greche Apollo e Dioniso , i simboli delle forze energetiche che caratterizzano l’essere umano. Apollo è il Dio della forma, dell’ordine, della ragione, è la modalità di comportamento più comune che risponde ai canoni del buon vivere civile. Dioniso è il Dio del vino, dell’energia lasciata a briglia sciolta, istintuale, pulsionale, è il Dio dell’ebbrezza che abolisce le distanze tra i ceti sociali.
Le considerazioni inattuali invece, sono una serie di quattro scritti in cui sono già ben chiari i segni (precisamente nella terza e quarta) del dissenso di Nietzsche nei riguardi di Schopenhauer ( rifiuto del pessimismo passivo di rinuncia alla vita ) e nei riguardi di Wagner, che si volge verso il cristianesimo e gli ideali tedeschi. Nella prima inattuale è oggetto di polemica la cultura tedesca che aveva decretato un grande successo alla seconda edizione della Vita di Gesù di David Strauss e non è un attacco alla persona dell’autore. La seconda, intitolata “Sull’utilità e danno della storia per la vita“,è un attacco alla cultura storicistica, che vede nel divenire storico la possibilità di assegnare un significato ai singoli eventi. Nietzsche dice che se si rimane legati agli avvenimenti storici, si limita la possibilità di autoaffermazione della vita.
Umano troppo umano sottotitolato Un libro per spiriti liberi è un’opera in cui Nietzsche afferma la propria libertà nei confronti del passato dominato dall’influenza dei due grandi maestri : Schopenhauer e Wagner.
In Umano troppo umano scopriamo che sono essenzialmente due le dimensioni nelle quali la nuova libertà si afferma :
- Libertà di ordine ideale-filosofico, in cui sono presenti idee che iniziano ad affermarsi.
- Libertà di ordine formale.
Umano troppo umano è la prima opera di Nietzsche presentata in forma aforistica, che si rivelerà poi essere la forma a lui più congeniale.
Fin dal 1873 Nietzsche aveva cominciato a soffrire di forti emicranie e di insonnia ; questi mali lo avevano costretto a lasciare l’insegnamento e ad allontanarsi da Basilea. Elemento importante da segnalare è che Nietzsche, fin dal 1875, conosce, come suo studente a Basilea, Heinrich Koselitz, che prenderà poi il nome d’arte di Peter Gast, questi assumerà una funzione importante nella vita di Nietzsche ; infatti prezioso e determinante sarà il suo lavoro di assemblaggio e di trascrizione degli appunti nietzscheani. Nel 1879 Nietzsche, lascia definitivamente l’insegnamento e vive con una pensione assegnatagli dall’università . In inverno trascorre dei periodi sulla riviera francese e italiana ed in estate soggiorna prima in alta Engadina e poi a Torino.
Nascono in questo periodo le opere della maturità :
- Il viandante e la sua ombra (1880)
- Aurora (1881)
- La gaia scienza (1882)
- Così parlò Zarathustra (1883-85)
- Al di là del bene e del male (1886)
- La genealogia della morale (1887)
- Il caso Wagner (1888)
- Ditirambi di Dioniso, Crepuscolo degli idoli, L’Anticristo, Ecce Homo, Nietzsche contra Wagner (1888)
Nietzsche cerca a lungo un luogo che risponda e appaghi il suo desiderio di sentirsi bene e lo trova in Sils Maria, in Engadina, poco dopo la pubblicazione di Aurora. Quest’opera è ricca di riflessioni nate nei diversi luoghi in cui Nietzsche aveva soggiornato e Aurora viene considerata, dallo stesso, uno dei suoi libri più felici. La Gaia scienza è l’opera della convalescenza ; essa esprime un nuovo stato di salute, una nuova gioia di vivere che viene dopo un lungo e penoso periodo di profonde sofferenze fisiche, paragonabile ad un buio tunnel.
Nella prefazione della seconda edizione della Gaia scienza Nietzsche dice : ” La riconoscenza trabocca in ogni momento [..] la Gaia Scienza vuol significare i saturnali di uno spirito che ha resistito con pazienza ad un orribile oppressione [..] e che ora tutt’a un tratto, è invaso dalla speranza di salute.”
Quest’opera è ricca di spunti poetici, satirici, ironici che fanno raggiungere nuove vette, nuove dimensioni alle sue capacità intellettuali. La preparazione del Così parlò Zarathustra considerata l’opera più significativa è preceduta da una attività febbrile : pubblicazioni, viaggi, rapporti con gli amici, lettere ed anche dall’incontro con Lou Salomè nel 1882, che avrà un’importanza determinante nella vita di Nietzsche.
Con Lou si realizza un’intesa prevalentemente intellettuale, ma vissuta in modo molto coinvolgente e passionale (caratteristica peculiare di Nietzsche, nei riguardi dei rapporti interpersonali). Poi per varie sofferte vicissitudini il rapporto, con Lou e con Paul Rée, va in crisi e Nietzsche ne subisce conseguenze dolorose e tragiche, tanto da essere condotto ad un crollo sia fisico che psichico. Ma ogni periodo di particolare profonda crisi lo spinge, come reazione, a riemergere investendo le sue migliori energie per produrre opere, parlare al mondo, dire, comunicare.
A Natale scrive a Overbeck :
“Questo ultimo boccone di vita è stato il più duro che io abbia finora dovuto masticare [..] se non invento l’espediente alchimistico di ricavare l’oro anche da questo fango, sono perduto.
“L’Espediente alchimistico” riesce ; da questa profonda crisi, Nietzsche ne riemerge più grande che mai. Nel 1883 a pochi mesi l’una dall’altra, scrive la prima e la seconda parte di Così parlò Zarathustra sottotitolato Un libro per tutti e per nessuno. E’ un libro che si esprime per enigmi, in forma poetica e profetica ; è un libro che sorprende e appare diverso ogni volta che lo si legge. Il 13 Febbraio, quando Nietzsche invia la stesura della prima parte all’editore, a Venezia muore Wagner. Anche questo evento lo segna profondamente.
Il 18 Gennaio 1884, conclude la stesura della terza parte e comunica a Gast che Così parlò Zarathustra è terminato, ma ve né sarà una quarta parte, pubblicata un anno dopo, e solo successivamente i quattro libretti verranno materialmente uniti. L’idea centrale dello Zarathustra è “l’eterno ritorno dell’eguale” concepita da Nietzsche come consapevolezza del ritorno eterno di tutte le cose e di tutte le azioni che incidono sulla responsabilità morale che ha l’uomo verso se stesso e la sua vita. Non è comunque la sola teoria concepita da Nietzsche nello Zarathustra ma sono sviluppati anche i concetti “dell’oltre uomo” e “la volontà di potenza”. ” L’oltre uomo ” più che una teoria è un simbolo per Nietzsche ; esso rappresenta la speranza in una umanità finalmente liberata dal fardello di due millenni di cristianesimo e che diventa nuovamente padrona di se stessa e del proprio destino. “La volontà di potenza,” è il termine usato da Nietzsche per designare la “vita” concepita come tensione e dinamismo.
“La vita” si costituisce di “centri di potenza” che tendono ad espandersi, a imporsi sull’ambiente circostante ; quindi “volontà di potenza” intesa in senso soggettivo (volontà che appartiene alla potenza) e non oggettivo (volontà che desidera la potenza).
Per la prima volta Nietzsche esprime il suo pensiero per bocca di una figura che si pone tra il mitico e il reale :il profeta Zarathustra. Anche l’amico Rohde, dopo aver letto l’opera gli scrive : “Il tuo “Zarathustra” mi ha fatto […] un effetto molto più benefico di parecchi dei tuoi ultimi libri”(20) (Rohde in altre occasioni definisce “catene di sentenze”).
Rohde si felicita per la forma più libera e per il fatto che egli abbia “usato” “il saggio persiano” per comunicare le sue opinioni personali senza esprimere direttamente : “meglio creare un personaggio ideale che le esponga come sue, così come fece Platone creando il suo “Socrate”. La ricchissima produzione filosofico letteraria di Nietzsche, ha avuto una cadenza approssimativamente di un’opera all’anno, tranne nel 1888, in cui vengono prodotte sei opere.
“Il 1888 ha tutta l’aria di un gran finale, di un finale tempestoso”, di un concerto denso di significati ed emozioni. Se mi si concede un parallelismo pirotecnico mi vengono alla mente i coloratissimi fuochi d’artificio, che vengono fatti esplodere a raggiera al termine di una festa, alla vista dei quali anche l’adulto rimane affascinato. Per ironia della sorte, la fama e la notorietà vennero quando, nel 1889 ormai stanco, isolato e distrutto dalle sofferenze fisiche e psichiche, si era ormai chiuso in un mondo fantastico sbarrando definitivamente le porte con il mondo esterno, soprattutto con quella società che lo aveva considerato : stravagante, malato, diverso, senza dargli il dovuto riconoscimento.
“In questo giorno perfetto, in cui tutto matura, e il colore dell’uva e di altro ancora, si fa più scuro, un raggio di sole si è appena posato sulla mia vita ; mi sono guardato indietro, ho guardato avanti, mai ho visto tante cose, e così buone, in una volta sola. Non per niente ho seppellito oggi il mio quarantesimo anno, potevo permettermi di seppellirlo – ciò che in esso era vita è salvato, immortale.
Oretta Lanternari (14 novembre 2012)
Nata a Roma il 30 aprile del 1939
Si è laureata in Pedagogia dell’Università degli studi Roma tre, del corso di laurea Facoltà di scienze della formazione con la Tesi “ INDAGINE SU UNA POSSIBILE DIMENSIONE PSICOLOGICA DELLE OPERE DI NIETZSCHE”