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Il passaggio evolutivo del pensiero filosofico, politico e culturale, successivo al Rinascimento delle arti e delle scienze fu rappresentato dall’Illuminismo, corrente filosofica originatasi nella seconda metà del Settecento, con il proposito di rischiarare la mente degli uomini per liberarli dalle tenebre dell’ignoranza, della superstizione e dell’oscurantismo attraverso la conoscenza e la scienza.

Si riteneva, a quei tempi, che lo stato di bisogno e di oppressione del popolo fosse dovuto all’ignoranza, e, pertanto, si iniziò a dare grande importanza all’educazione di tutta la popolazione.

La Pedagogia come scienza, infatti, nacque, nel periodo illuminista, che fu, peraltro, caratterizzato da un fiorire di “menti illuminate”, tra cui Montesquieu, Voltaire, Rousseau.

L’opera di questi filosofi fu caratterizzata dalla rivolta contro il potere assoluto del Re, della Chiesa e dell’Aristocrazia.

L’Illuminismo ebbe le sue radici in Inghilterra, che con la sua monarchia liberal-borghese, rappresentò per gli illuministi francesi, e poi in generale per quelli europei, un modello da imitare e da imporre attraverso la lotta contro l’assolutismo da cui aveva origine l’Oscurantismo.

Contro l’Oscurantismo gli Illuministi condussero una lotta ideologica e pedagogica in favore della libertà di pensiero e del diritto-dovere proprio di ogni uomo di usare la propria intelligenza indipendentemente da qualsivoglia autorità. In modo particolare, la Chiesa aveva, da sempre, esercitato un controllo autoritario su ogni campo del pensiero e della ricerca, alleandosi al braccio secolare dello Stato, per impedire indagini considerate empie e blasfeme relative all’origine dell’uomo, alla nascita dell’universo, e, quindi agli albori della storia, per timore di evidenti contrasti con la narrazione biblica.

Tale lotta, nel 1789, sfociò nella rivoluzione francese, passata alla storia con il motto : LIBERTA’, UGUAGLIANZA, FRATERNITA’.

Tra i filosofi di questo periodo, dopo Hume, fu la volta del grande filosofo Immanuel Kant che risultò essere in parte Razionalista e in parte Empirista, a suo dire i Razionalisti avevano dimenticato l’importanza dell’esperienza, mentre gli empiristi avevano chiuso gli occhi sul modo in cui l’intelletto determina la comprensione del mondo.

Secondo Kant la coscienza umana “non è una tabula rasa, che si limita a ricevere passivamente le impressioni sensoriali esterne, bensì un’istanza formativa che influisce sulle percezioni del mondo da parte degli uomini”,

l’acqua per esempio si adegua alla forma del recipiente, analogamente le sensazioni si adattano alle forme dell’intuizione umana. Inoltre, non è soltanto la coscienza ad adeguarsi alle cose, ma anche queste ultime si adeguano alla coscienza.

Tutto questo rappresentava una svolta copernicana nel problema della conoscenza, perché le considerazioni kantiane erano completamente diverse dal vecchio modo di pensare, proprio come la teoria di Copernico relativa alla terra che gira intorno al sole, che aveva ribaltato le ipotesi precedenti.

Kant contribuì alla chiusura di un’importante epoca della storia della filosofia. Infatti, dalla rivoluzione politico-sociale come quella francese e da quella filosofico-culturale prodotta da Kant, si passò dallo Illuminismo al Romanticismo.

I romantici professavano il culto dell’IO, infatti, la quintessenza della personalità romantica era il genio artistico, perché l’artista rappresentava la propria realtà, proprio come DIO che aveva creato il mondo.

Il nuovo motto era: Il sentimento, la fantasia e la nostalgia.

Nell’ambito di questi radicali cambiamenti si inserivano le spiegazioni di Hegel, filosofo tedesco, relativamente allo sviluppo evolutivo del pensiero. Egli, vivendo appieno la corrente culturale dell’ottocento, affermava che il pensiero passa per tre stadi della conoscenza:

Tesi, Antitesi, Sintesi.

Il Razionalismo di Cartesio fu, p.e., una Tesi, contraddetta dall’Empirismo di Hume, cioè l’Antitesi, ma la tensione tra questi due opposti modi di pensare fu eliminata dalla Sintesi Kantiana.

Formulato un pensiero, da Hegel definito “determinazione”, esso è contraddetto da un altro, definito “Negazione”, in questo modo si crea una tensione tra due modi contrastanti di pensare, tensione che viene eliminata attraverso l’enunciazione di un terzo pensiero che tiene conto degli opposti migliori presenti in entrambi i punti di vista, ciò è definito da Hegel “Negazione della Negazione”.

Verso la metà dell’ottocento, le parole chiave erano: Natura, Ambiente, Evoluzione, Crescita ed i filosofi che si susseguirono espressero ciascuno per proprio conto tali concetti.

Kierkegaard, che era considerato un Esistenzialista, diceva che si era figli del proprio tempo.

Marx, che non fu soltanto un filosofo, ma anche storico, sociologo ed economista, fu considerato un materialista dialettico, egli voleva, infatti, dimostrare che erano i mutamenti materiali a essere determinanti, non erano, cioè, i presupposti spirituali a creare i mutamenti, ma il contrario. Pertanto, erano le forze economiche a muovere la storia.

Secondo Marx, in ogni fase storica c’era stata un’opposizione tra due classi sociali :tra liberi e schiavi, tra feudatari e servi della gleba, tra nobili e borghesi, tra capitalisti e lavoratori proletari.

Darwin, dal canto suo, dimostrò che l’uomo è il risultato di una lunga Evoluzione Biologica. Darwin fu un biologo, ma fu anche lo scienziato che più di chiunque altro nell’epoca moderna sfidò la concezione biblica della posizione dell’uomo nel creato. Nel 1859, egli scrisse il libro “Sull’origine della specie per selezione naturale” ovvero “Sulla conservazione delle razze favorite nella lotta per l’esistenza”, titolo che riassume la teoria di Darwin.

La sua opera scatenò molti contrasti, la Chiesa protestò con grande vigore e l’ambiente scientifico si spaccò in due. Tali reazioni si basavano sulla circostanza che Darwin aveva eliminato DIO dall’atto della creazione, inserendo il dubbio sulla sua esistenza.

A ben vedere, ciò che risulta evidente nelle ideologie dei pensatori di questo periodo è la rivendicazione del ruolo svolto dall’essere umano, non più spettatore, ma protagonista “pensante” della storia dell’Universo.

Dr. Oretta Lanternari (6 aprile 2007)