Proprio non vuole passare questo periodo di intensa inquietudine. Sarà l’incostanza delle giornate, o forse l’imprevedibilità delle condizioni.
Eppure … l’imprevedibilità indietro negli anni è stata il motore in ogni mio stato d’animo.
Un calore pesante invade le giornate. Peccato, mi aspettavo la leggerezza della frescura tanto attesa e invece ci ritroviamo a dover respirare nell’aria densa e appesantita dalle necessità!
Ancora qui.
La capacità di resistere agli eventi sfavorevoli.
Quante volte ho pensato di scrivere qualcosa, trattare e approfondire secondo me. Sarà arrivato il momento giusto.
Ritrovare quella piattaforma ideale su cui si può tornare a camminare con serenità. Serenità?
È vero, non apparteniamo alla categoria di quelli che vivono aspettando di arrivare al traguardo, alla fine della strada. Mi piace impegnare tutto il tempo nella cura del percorso.
Da dove nasce questo malessere che non si riesce a capire né a descrivere, che non vuole le parole né il silenzio, che tortura e scava fino in fondo.
Ascolto nel silenzio della quiete della strada e cerco la porta per uscire. Un giro nei pini come un tempo, mi lascio attraversare.
Di più. Avrei potuto di più?
Un altro giro di boa.
Ci ritroviamo nella freschezza della tenera erba a raccontarci, come se ci conoscessimo da sempre e senza nessun ostacolo. Un assurdo bisogno di ritrovare il dolore nelle cose per ricominciare a correre. E, anche se tutto è cambiato, l’ebbrezza della terra sotto i piedi è sempre uguale.
Quante domande!
Il confronto aiuta nella crescita, intorno ad una tavola imbandita di poche cose sane e genuine, senza aver dovuto occupare troppo tempo. Un po’ di tutto.
Mi esprimo e subito dopo me ne pento. La paura di essere eccessivamente cauti mi fa perdere la spontaneità e naturalezza e ripenso al tempo in cui la libertà non creava squilibri né troppi pensieri.
Ancora qui.
Ora come un tempo. Tre giorni nelle cose che più mi appartengono, riscopro nell’antichità. Si, ormai nell’antichità. È passato talmente tanto tempo che si può parlare di antichità.
Basterebbe solo un momento. Un solo momento a rischiarare, rassicurare, proteggere.
Cosa si fa, cosa si è disponibili a fare in cambio della serenità? Ma è veramente necessario dover scambiare delle cose oppure potrebbe bastare solo guardarle da un’altra angolazione, riconoscerle e accettarle modificandole un po’. Un ritocco, solo un ritocco.
Una corazza, quest’oggi vesto una corazza a proteggermi, ma nulla posso fare senza che le spine non mi pungano.
Ci riprovo e vado avanti. Un equilibrio continuo, sempre alla ricerca del momento, del piacere, del soddisfacimento del bisogno. Tutto insieme, metto tutto insieme ma so bene che alcune cose vanno tenute separate, diverso il tempo da dedicare, l’importanza che riveste ognuna di esse.
Mi ritrovo a correre anche se …
Porto con me un nuovo bagaglio.
Fernanda (15 aprile 2017)
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line