Il valore delle persone consiste anche nel far in modo che le altre accanto brillino? Il percorso mentale che mi conduce a formulare questa domanda è vario e non proprio chiaro. Forse nasce dalla lettura di un brano scritto da una persona che vive una situazione angosciosa e sofferente.
Rifletto sul destino delle persone. Sui momenti di debolezza, sui gesti che sospingono, sulla leggerezza delle decisioni e l’inevitabilità delle conseguenze. È una dote che uno naturalmente possiede, non si apprende, non si impara. Si può affinare con l’esperienza, con l’avanzare degli anni si raffina, ma non si acquista. Dall’accostamento fra due persone con storie di vita completamente diverse ed estrazione sociale opposta ho cominciato a pensare al valore. Il valore inteso come purezza di sentimenti, come metodo di comunicabilità, al di là delle vicende umane che fanno parte del bagaglio di ognuno di noi.
A volte ho la sensazione che mi si confondono i pensieri nella testa. Una lettura particolare, lo sguardo di una persona, il suono di una musica o qualsiasi altra cosa che possa stimolare i miei sensi, è come se aprisse un varco nella mia mente. È come se mi desse la possibilità di tirar fuori un nuovo stato d’animo, una nuova rivelazione, un altro tassello in più… che si aggiunge al disegno spirituale essenziale della mia vita. Ma il raggiungimento di questa conoscenza non è così lineare, diretto, semplice. È anzi frutto di un tragitto complicato e spesso accompagnato dalla voglia di volare…
La sintonia fra le persone!
Quasi sempre è immediata e senza ricerca. Si accompagna ad un sapore denso e gustoso, uno di quelli che ti fa venir voglia di fare pace con il cibo. Perché a volte non è importante quello che ti ritrovi nel piatto, ma la passione che ci hai messo per prepararlo, la fantasia che hai scatenato per idearlo, la cura che hai dedicato per servirlo. La sintonia è un concetto legato all’armonia. Mi piace riscoprire gli sguardi che legano e di intesa, quelli che cogli solo tu e chi ti sta viaggiando accanto. Il piacere di capirsi al volo e di immergersi insieme nel mare dell’allegria e, nella fase di massima esaltazione, nella seduzione della follia. Ed infine la complicità. Lega due anime in maniera indissolubile, si uniscono fino al punto da perdere i confini l’una dell’altra e l’una nell’altra.
Forse mi sto perdendo! Da dove ho cominciato, dove voglio arrivare? Anche questo è uno dei percorsi.
Spesso mi è capitato di pormi in un’altra angolazione, un altro punto di vista e rivedere le cose sotto un’altra luce. La sintonia si avvale allora di un’altra lunghezza d’onda, perde l’immediatezza e la spontaneità. La complicità si disgrega e l’armonia si dissolve e si trasforma nella banalità. Ed è qui che sopraggiunge il valore delle persone. La capacità di far brillare o meglio proiettare in maniera inconsapevole. Si, è perché il tutto deve essere nella maniera più naturale possibile, senza condizionamenti ma soprattutto senza influssi dettati dai sentimenti e dalle regole imposte dalla buona educazione.
Tutto ciò è triste però! È come se il carro che trasporta gli strumenti necessari per il viaggio delle emozioni fosse trascinato solo dalla brillantezza di uno dei due destrieri.
Saper illuminare. L’abilità a trasferire luce o meglio la capacità di innalzare senza abbagliare, trasmettendo la verità in tutta sincerità con innocenza e senza omissioni. È necessaria però una gran dose di umiltà, si potrebbero creare dei malintesi e uno dei due venir ad essere illuminato solo da luce riflessa. E non è questo quello a cui alludevo con questo giro di parole e pensieri e riflessioni non poco contorto, che predispone ad un gran mal di testa…
In realtà e molto semplicemente volevo parlare di quelle persone che vivono quella condizione privilegiata in cui il pensiero dell’una diventa la parola dell’altra. Senza bisogno di comunicare, senza necessità di guardarsi negli occhi. Sarebbe altrimenti troppo facile.
Fernanda (24 giugno 2006)
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line