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Solo ascolto.

In ascolto del rumore del respiro, mi soffermo col pensiero, sposto e fisso lo sguardo su di un altro punto e parte la riflessione.

Una età nuova, all’improvviso tutto cambia. Eppure anche negli altri scatti deve essere stato così. Ma ora si sente, si percepisce meglio la differenza.

L’età del “non ho ancora smesso di imparare”, anche se prevale l’esigenza di trasmettere, aiutare. E così, mi ritrovo a provare piacere nel cercare le soluzioni ai problemi dei più piccoli, quelli che a me sembrano facili da smontare e affrontare.

In grado di riconoscere sempre più le mie emozioni.

Un bene oppure un male? Questo ancora non mi è chiaro, un’altra cosa da decifrare.

La capacità di chiedere scusa. Di saper chiedere scusa.

Caratteristica difficile da trovare nell’essere umano. Sempre preso dalla necessità di soddisfare i propri bisogni, senza alcuna propensione alla crescita individuale proiettata nelle relazioni, al contrario alla sopravvivenza dell’Io che sovrasta su tutto. Calpestando ogni sentimento, ogni emozione.

Il dovere.

Vorrei poter posare il mio braccio su di un sostegno. Quanto tempo è passato che non lo faccio più? Una vita, forse da quando ero poco più che una bambina: la mano di mia madre mi reggeva, quella di mio padre accompagnava con l’immenso calore dell’affetto. Poi, niente più.

Molti affetti, mi ritrovo circondata da bellissimi e tanti affetti e di questo sono grata, ma per un momento, anche uno solo, vorrei farmi sostenere.

Accendo una luce e mi sistemo in basso. Guardo verso l’alto del cielo e la ritrovo, che sorride dolcemente, a ricordare che è sempre lì ad aspettarmi, come tutti gli anni di tutti questi anni che sono passati.

Ho vissuto allegramente, con rispetto per la vita, ho cercato di andare oltre senza calpestare e talvolta ho fatto male. Ma …, come avviene ormai in ogni estate, il silenzio mi avvolge travolgendo, riscalda e immediatamente porta via il suo calore agghiacciandomi.

Perché mai l’estate porta questa struggente malinconia?

Sempre lo stesso identico stato d’animo che si ripete anno dopo anno, senza attenuazione, che blocca nell’allegria anche se non trattiene il sorriso.

Le vigilie.

Lo schema della vita, viene ad alterarsi lo schema della vita, la quotidianità delle azioni e tutto diventa nuovo e da inventare.

Ma questo come si concilia col mio innato desiderio di imprevedibilità e di novità?

Una miscela di sensazioni e profumi frammisti ai vari momenti della vita. Mi lascio sfiorare dal ricordo, anche dalla nostalgia e parte una lacrima.

Guardo indietro, solo ai giorni immediatamente precedenti e mi accorgo che l’estate è già inoltrata, che il respiro è diventato più leggero e gli odori sono intensi e sempre più gradevoli.

Un istante di silenzio dall’alto. Oltre il disegno delle montagne sento il rumore del mare, la delicatezza delle onde che accarezzano la ghiaia sulla riva. Come piace a me.

Il momento di tornare.

Tante le cose accadute, gli istanti riempiti, le parole scritte e ascoltate. I panorami agli occhi continuano ad emozionare la mia anima, mi commuovo all’ascolto di una melodia legata ad un ricordo, un bel sogno da sognare.

Ho vissuto. Si, ho vissuto e continuo a farlo. Porto fuori tutto, ma con discrezione, quella che ho ereditato da mio padre. Il gusto e il piacere della vita, da mia madre.

Non ho bisogno di scavare nei ricordi. È tutto lì, a portata di mano. E vivo.

Fernanda (11 agosto 2017)

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