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Mi guardo dall’esterno e solo per un istante riesco a fare chiarezza.

La vita è una curiosa rincorsa ad ostacoli. Si frappongono fra te ed ogni obiettivo; quando hai la sensazione che l’hai fatta franca, subito dietro la curva, compaiono quasi come se cadessero improvvisamente dal cielo a frenare ogni impulso. E anche se a volte è più facile girare intorno e prendere la strada più lunga, non sempre è la cosa migliore.

Anche senza guardare negli occhi della gente si può percepire lo stato dell’animo. Mi chiedo, cosa determina questa capacità? Si eredita dai modi di essere di chi ci ha preceduto oppure si affina con l’esperienza, con quello che nel tuo percorso si è inserito e ti sei trovato ad affrontare, magari elaborandolo con gli strumenti che trovavi a disposizione, o solo quelli che ti erano consentiti.

Che la vita possa offrire possibilità diverse è vero a metà. Credo che vengano dedicate delle opportunità quasi a tutti, fondamentalmente diverso è il tempo, il momento esatto in cui si realizzano. La casualità della fortuna sta nel trovarsi con le proprie energie mentali nella fase esponenziale massima, quando la vita decide di incontrarsi con le condizioni favorevoli e, se non sei distratto dalle interferenze che non si possono annullare, riesci a cogliere realizzando. Il segreto, quindi, consiste nel mantenersi allenati mentalmente e attivi. Ma non è così semplice come si descrive.

Quando finisce la sofferenza dell’essere umano? Ha un confine, un limite?

A difficoltà riesco a separarmi dalle cose, da tutto quello che percepisco naturalmente senza capire, forse senza neanche volerlo. La mia presenza diventa ingombrante e mi trasformo in un obbligo che costringe chi mi è vicino a lasciarsi attraversare. Si concretizzano sensazioni che si trovano ai due estremi, la rabbia e il desiderio di tendere la mano, andare oltre. Mi fermo un istante e riguardo bene dentro. Forse non è così trasparente, dietro potrebbe esserci una paura che, utilizzando una capacità innata, si trasforma in un mezzo per trattenere. Eppure anche se scivolo di tanto in tanto, ho cercato a lungo e trovato la grazia in me stessa, l’armonia nelle cose della vita che più amo e mi appartengono.

Non riesco a non separarmi dalle ansie che nascono dal senso di vuoto che difficilmente si riesce a colmare, dal panico e dalla paura, dalla necessità di continuare a cogliere lo stato dell’animo. E alla fine, dopo un percorso mentale che mi stanca quasi come se avessi corso insieme tutti i percorsi che ho tracciato finora, mi ritrovo fra le mani la disperazione dell’uomo. Libero le mie lacrime che solitamente a fatica vengono fuori e provo a sciogliere quel nodo che in gola costringe e fa mancare il respiro.

Non riesco a non chiedere scusa…

Non riesco a…

Tante cose sono difficili da affrontare, a volte è più semplice girare intorno, portare le parole su un’altra strada più lontana, quando diventa insostenibile trattenere lo sguardo, sostenerlo.

Alla fine, dopo un’intensa comunicazione senza le parole, ci si ritrova nel silenzio. Cade all’improvviso, si esauriscono i pensieri, rimane un sottofondo di dolore che lascia un senso di tristezza. Mi ritrovo da sola un po’ più stanca, un po’ di meno, questa volta l’assenza di rumori non aiuta, l’aria è ovattata e densa, come fosse carica di tensioni che non vogliono allentare. Mi convinco sempre più che le cose della vita girano in un solo senso, ma non vuol dire che è quello sbagliato.

Percepire…

Nasce in naturalezza un contatto emotivo fra esseri umani. Senza nemmeno accorgersene ci si ritrova l’uno nell’altro. Quello che si prova è difficile da spiegare, ma lo si può comprendere senza sforzarsi troppo, forse solo mostrandosi, offrendosi.

Fernanda (22 febbraio 2009)

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