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E se stasera scrivessi della verità? Invece che distrarre l’attenzione con i tanti bluff che mette in atto la mente comunicando al corpo? E via con i mille fastidi, disturbi, disagi.

Un attimo dopo. Me ne accorgo sempre un attimo dopo quando è già passato, e me ne pento. Come se non avessi vissuto fino in fondo i tramonti che si sono presentati a me ogni sera, dalla finestra, dall’alto della città, senza nemmeno tanto muoversi.

Una malinconia diversa a questa età, pur continuando a vedere orizzonti che disegnano infiniti, sento come se avessi perso qualcosa che non tornerà più. Eppure le mie gambe ancora fremono alla ricerca dell’asfalto, del volo liberatorio, del benessere restituito.

Dentro la stessa cosa.

Ci penso per tutto il pomeriggio di questa domenica di passaggio e vigilia di un grande viaggio. Tanto da vedere e da lasciarsi trasportare senza dover necessariamente raccontare ad alta voce. Basteranno anche solo i silenzi.

Proviamo la stessa cosa.

Che strano! La avevo dimenticata, non mi ero resa conto dell’importanza della parola e avevo dimenticato. E in questo mattino carico di promesse, ritorna a me inaspettatamente e con sorpresa.

Il grande viaggio ha sfumato le tensioni, ma non la malinconia che torna prepotentemente ad ogni risveglio.

Ho imparato, in tutti questi anni, il valore della trasmissione delle emozioni, l’importanza di non trattenerle, la necessità di rivestirle di ragione. Eppure …

Ogni volta che mi ritrovo in una curva un po’ troppo spigolosa, sento che la mia macchina sbanda a voler sfuggire ai soliti tragitti stabiliti e in carreggiata.

Sarà una questione di tenuta di strada.

Chi lo avrebbe mai detto, un dolore con un altro dolore!

La via più lunga. Io prendo sempre la strada più lunga, quella più “in linea” col mio modo di essere, sulla quale riesco a camminare in tranquillità con me stessa e che mi consente di innalzarmi al momento giusto. Anche se non corro più.

Mi farò del male? Può essere, con molta probabilità, ma proprio non riesco a deviare, imboccare una scorciatoia che possa condurmi e farmi arrivare prima ma nella finzione.

Ho bisogno di vivere nella verità, di affrontare il dolore a testa alta e andare avanti. Senza bugie.

Facile giocare con le parole per evitare la verità.

Vero, tutto dentro, le risposte sono sempre all’interno. Spesso non abbiamo voglia di sentire, di prestare ascolto a quella vocina che arriva dal profondo suggerendo, indicando, la strada giusta, filtrata dai sentimenti, però.

Il conflitto è tutto là.

Eppure …

Un sorriso inatteso, uno sguardo senza rancori, la dolcezza nella naturalezza dei gesti delle mani.

Come sempre. Senza più timori.

Fernanda (9 ottobre 2018)

Grazie ,ad Emanuela, per gli innumerevoli spunti di riflessione

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